martedì 3 aprile 2018

Orchestra Mozart. A Radio 3 giornalismo all'acqua di rosa: ignorate le reali difficoltà dell'Orchestra che fu di Abbado

Perchè abbiamo ripubblicato i due post precedenti riguardanti la rinascita (?) dell'Orchestra Mozart, fondata da Claudio Abbado nel 2004, e  attiva fino al 2014, quando alla morte del direttore, dovette sospendere l'attività, con la promessa  di questo e quello che l'Orchestra sarebbe rinata. Perchè non si poteva restare indifferenti  al cospetto della distruzione di un gioiello che nei giovani musicisti aveva acceso infinite speranze.

 I due post li abbiamo pubblicati ieri, in tarda serata, perchè ascoltando, in macchina, 'Radio 3 suite' , abbiamo per l'ennesima volta avuto la conferma di quel giornalismo 'all'acqua di rosa', che l'Associazione critici  musicali dovrebbe bollare, se mai ne fosse cosciente, applicato  alle vicende recentissime dell'Orchestra Mozart che in questi giorni è a Lugano, con alcuni concerti diretti da Bernard Haitink - dei quali oggi scrive Girardi sul 'Corriere' - e che nei prosismi giorni verranno replicati a Bologna, residenza (?) della rinata (?) Orchestra.

A 'Radio 3 suite' ne parlava un giornalista perfettamente integrato nel comandamento  del 'non vedo non sento' che sembra essere alla base del decalogo del bravo critico musicale.  Stefano Valanzuolo, per anni ai vertici di 'Ravello Musica', dove è rimasto in sella, adottando - immaginiamo - questa redditizia tecnica, salvo poi ad essere disarcionato in quarantott'ore, quando è cambiato il colore dei politici, con i quali, se fosse rimasto, l'avrebbe nuovamente adottata.

Valanzuolo ha invitato a parlarne il presidente della gloriosa Accademia Filarmonica di Bologna, Loris Azzaroni, ed una 'prima parte' degli archi, il violinista Giacomo Tesini.
L'Orchestra, abbiamo appreso, dopo Lugano  suonerà a Bologna, poi si scioglierà per ricomporsi forse in un altro paio di occasioni e poi  rivedersi per la settimana di concerti, l'anno prossimo a dio piacendo, in primavera, a Lugano e  Bologna.

 Il cronista intervistatore Valanzuolo, attento a non farsi sfuggire nessuna informazione utile agli ascoltatori, ci ha detto (ed ha anche fatto dire) dei programmi dei concerti, del celebre direttore che  li ha diretti, cogliendo anche l'impegno di Azzaroni a voler tenere in vita l'Orchestra e l'entusiasmo di Tesini, uno per tutti gli strumentisti, nel voler proseguire l'esperienza della Mozart.

Ciò che Valanzuolo, per la solita tecnica del 'si arrangino loro, perchè devo  impelagarmi in discussioni non oziose', non ha detto nè ha fatto dire è la situazione effettiva dell'orchestra, che non è affatto rosea. Per colpa di chi, vivo Abbado, la sosteneva e, morto lui, l'ha mollata.

A cominciare dal Ministero di Franceschini ( che si è subito precipitato ad acollarsi la residenza della EUYO, via  da Londra, a Ferrara, la 'sua' Ferrara, che è stata a lungo anche la Ferrara 'di Abbado' e dunque avrebbe potuto  ospitare, finanziandola, come residente, prima la 'Mozart') e da quell'Attila di Nastasi che non l'ha mai sostenuta, salvo gli ultimissimi anni, come invece ha sempre fatto con la 'Cherubini' dell'amico Muti; per finire ai rampolli del grande direttore, fra tutte sua figlia Alessandra che  della Mozart ( come già con i Berliner ai tempi in cui suo padre ne era direttore) ha anche vissuto in qualche maniera; alla Fondazione bancaria ed ai vari organi istituzionali periferici - Regione, Comune ecc... che  morto Abbado sono spariti, lasciando la Mozart in una situazione drammatica,  tuttora tale.

Perchè, sebbene i musicisti abbiano deciso di lavorare gratuitamente, sostenuti anche da uno staff  giovane di volontari generosi e volenterosi (fra i quali, lo sottolineiamo ancora una volta, si nota l'assenza di Alessandra Abbado!)  e l'azionariato diffuso sia riuscito a raggranellare qualche soldo (un anno fa  appena 90.000 Euro, una vergogna, mentre ne occorrerebbero almeno 500.000 per un biennio di attività, sempre saltuaria come ora) la sopravvivenza della Mozart è ancora  appesa ad un filo che può spezzarsi in ogni momento. Non era forse una notizia importante,  più importante del programma dei concerti e delle 'residenze' non risolutive dell'orchestra?

 Perchè Valanzuolo, ai microfoni della gloriosa Radio 3, non ha detto nulla di tutto questo nè lo ha fatto dire ad Azzaroni e Tesini? Che è poi anche quello che ha fatto Girardi sul Corriere: 'bellissimo concerto e buonanotte a i suonatori? Per non disturbare gli attuali 'conduttori' - qui il termine  ci sta bene, non quando lo si usa per indicare il 'direttore' d'orchestra' - della cosa pubblica e della politica culturale. 'Distruttori'  più che 'conduttori'.

 Come Valanzuolo , come Girardi, così anche l'Associazione nazionale critici musicali sull'argomento  non ha mai ritenuto importante intervenire con una durissima presa di posizione, come meritava, che forse sarebbe riuscita a smuovere l'indifferenza generale ed a puntare il dito contro i responsabili dello sfascio musicale italiano. Ma forse, così facendo, avrebbero potuto mettere in pericolo le loro rendite di posizione.

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