giovedì 15 marzo 2018

Roma, Via Fani. 16 marzo 1978, ore 9.03. Quarant'anni fa. Un ricordo personale

Quel giorno, come tanti altri, alle 8.30 in punto ero in classe al Liceo Castelnuovo, in una traversa di via di Torrevecchia. Facevo lezione, e come tanti altri giorni dell'anno scolastico, c'erano studenti che arrivavano con qualche ritardo - c'era tolleranza! - sebbene la gran parte provenisse da zone non lontane dalla sede scolastica. Il Liceo serviva le zone di Trionfale, Torrevecchia, ma ancor più Cortina d'Ampezzo, via Fani, Via Stresa, Balduina e Medaglie d'oro, Vigna Clara. Il Liceo non era certo una scuola normalizzata, era soggetto a frequenti tumulti, manifestazioni contestazioni occupazioni. E gli antagonismi fra studenti di destra e di sinistra, molto evidenti, sfociavano spesso in contrasti non solo verbali.

 Quella mattina, erano da poco iniziate le lezioni e stava per terminare la prima ora, quando un vociare sempre più insistente e potente si diffuse nei corridoi dell'istituto. Un gruppo di studenti, che proveniva da via Fani e via Stresa, recava nell'Istituto la notizia di un agguato ad un politico ed alla sua scorta. Si credette inizialmente che il politico fosse Fanfani, e che lui e la  sua scorta fossero stati uccisi. Gridavano: hanno ucciso Fanfani! e facevano salti di gioia. Quelle grida, sempre più chiare giunsero nelle singole aule, e perciò le lezioni furono interrotte. A quel punto accadde l'inverosimile. Si formò un corteo che percorse più volte la scuola inneggiando all'agguato.

Più tardi  la notizia si fece più precisa e furono altri studenti, arrivati più in ritardo ancora per il traffico bloccato intorno a via Fani,  a recarla a scuola. Era stata ammazzata la scorta del politico, il quale non era morto, bensì rapito, e che non era Fanfani, ma Moro, Aldo Moro.

 Andando con la memoria a quel giorno, l'immagine di un corteo di studenti che, in una scuola pubblica, inneggiava alla strage sorprese la maggioranza di noi insegnanti che eravamo pur abituati in quegli anni alle manifestazioni estemporanee di dissenso politico degli studenti, alle continue agitazioni ed occupazioni. Ma una strage era cosa diversa e la reazione degli studenti  ci lasciò senza parole.

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