sabato 24 marzo 2018

Così fan tutte. Anche la Casellati, presidente del senato. Assunse sua figlia come capo segreteria quando era sottosegretario.

Era il 2005 e la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, eletta oggi alla presidenza della camera alta[VIDEO], ricopriva l'incarico di sottosegretario alla Salute nel Governo Berlusconi quando il Corriere della Sera, a firma di Gian Antonio Stella, scoprì a suo carico un vero e proprio atto di nepotismo. Nonostante all'epoca avesse dichiarato 'urbi et orbi' che avrebbe governato come se fosse una buona madre di famiglia, l'attuale seconda carica dello Stato, eletta con il voto del centrodestra e del Movimento Cinquestelle, assunse la figlia Ludovica quale Capo della Segreteria del sottosegretario di Stato alla Salute, ovvero sua madre.

Così rispose la figlia alle fondate accuse di nepotismo

Come raccontava Gian Antonio Stella, con l'ironia che lo ha sempre contraddistinto, le giustificazioni della figlia della neo presidentessa del Senato fecero acqua da tutte le parti. La giovane Ludovica sosteneva di aver fatto 10 anni di dura gavetta, di avere le carte in regola e di non essere certamente il tipo che potesse essere accusata di fare carriera perché figlia di una madre importante. Peccato che il grande editorialista del Corriere avesse all'epoca fatto una serie di ricerche su internet scoprendo che la giovane non aveva competenza alcuna sul mondo della sanità e, ironia della sorte, scoprì che lavorava per Publitalia, la celebre società di raccolta pubblicitaria del gruppo Berlusconi. Giusto per trovare l'ennesimo collegamento di carattere nepotistico.

Una svista dei Cinquestelle il voto alla Casellati?

Questo episodio relativamente lontano viene oggi ricordato dopo le vicende accadute nelle ultime 24 ore nei palazzi romani della politica. Infatti la Casellati è diventata presidente del Senato grazie ad un vero e proprio blitz condotto da Matteo Salvini [VIDEO]per 'obbligare' Silvio Berlusconi a sacrificare la candidatura di Paolo Romani, considerato invotabile dal movimento guidato da Luigi Di Maio.
Una sua condanna passata in giudicato per peculato era in fatti vista come incompatibile con i requisiti etici che i Cinquestelle avevano richiesto alla coalizione di centrodestra ed in particolare a Forza Italia per poter votare un candidato in comune. Sui social si sono scatenate le ironie, e molti fedelissimi pentastellati hanno rimproverato i leader del movimento di non aver approfondito a sufficienza la carriera politica della neoeletta #Presidente del Senato. Ma oramai i giochi sono fatti e adesso il pensiero è rivolto alle prossime consultazioni del presidente Sergio Mattarella. #elezioni politiche 2018

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