lunedì 8 gennaio 2018

'Spelacchio' ha trovato la sua anima gemella in 'Spelacchia' con la quale condivide ora i momenti di gloria

Per il massmediologo Marco Travaglio, il destino della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che lui ha ribattezzato 'Spelacchia',  fa il paio con quello di 'Spelacchio': per giorni e giorni nella polvere, ed ora sull'altare del successo.

Quell'albero di Natale, battezzato 'Spelacchio' perchè si è rinsecchito ed ha perso subito gli aghi, come  una vittima di forte depressione, che è divenuto il monumento, esposto nella pubblica piazza, alla incapacità della Giunta Raggi nel governo della Capitale,  oggi vive il suo momento di gloria.

Nonostante le condizioni fisiche in cui versa - che naturalmente non sono le stesse della sindaca Raggi, sul cui volto splende beltà e giovinezza e che, quando si veste a festa, come ha fatto per la serata inaugurale all'Opera di Roma, riesce a far strabuzzare gli occhi anche al sovrintendente Carlo Fuortes -  pare che diverse istituzioni culturali pubbliche se lo stiano contendendo. Lo vogliono al Maxxi, retto da quella intellettuale, premio Nobel, ex ministra, Giovanna Melandri, che spera, con questa mossa, che i giornali si interessino anche al suo Museo, come sembrano aver fatto per l'albero che un destino crudele e la incapacità palese e certificata a governare della Giunta Raggi hanno condannato ad una fine prematura e miserevole.

 E che  Raggi/Spelacchia stia risalendo nel gradimento pubblico, nonostante tutto, al pari di Spelacchio,  nell'acuta analisi di Marco Travaglio, lo dimostra la soluzione della emergenza dei rifiuti nella Capitale.

E' accaduto che, su richiesta del Campidoglio, sia intervenuto il governatore Zingaretti che ha chiesto l'intervento del suo omologo  emiliano il quale ha acconsentito di smaltire e trattare  15.000 tonnellate circa di rifiuti della Capitale. Poi Spelacchia si è resa conto che  tale aiuto di Zingaretti non sarebbe stato del tutto disinteressato. Lui l'avrebbe fatto valere al momento delle prossime elezioni regionali, il 4 marzo, vantandosi di aver, parzialmente, risolto il problema dei rifiuti che la giunta Spelacchia non è riuscita ancora a risolvere, dopo un anno e mezzo di governo cittadino. E allora Spelacchia ha fatto marcia indietro, tirando fuori che i costi per il trasferimento sarebbero stati troppo alti e dunque la rinuncia, con grande gioia e soddisfazione dei romani che non vogliono più staccarsi da quelle montagne multicolori che ormai fanno parte del paesaggio urbano, con il consenso di Spelacchia.

Ma c'è anche la storia del processo che la riguarda la cui  prima udienza, saltata quella 'preliminare', è stata fissata a giugno, a elezioni avvenute. E Marco Travaglio  la giustifica,  Spelacchia: il calendario giudiziario non è la sindaca a fissarlo, e  se avessero fissato la prima udienza, saltando quella preliminare, a febbraio o marzo, lei non si sarebbe sfilata. Lei quindi, certa della propria innocenza, non temeva affatto la coincidenza della udienza con le elezioni, tanto i Cinquestelle stravinceranno - secondo la  previsione del massmediologo Travaglio. E' stato il Tribunale di Roma a rimandarla.

E infine l'inaugurazione della Metro, stazione San Giovanni , che Raggi/Spelacchia ha fatto sapere sarà inaugurata il 4 marzo, ed un suo assessore, ha precisato: tra febbraio e marzo, per non correre il rischio di non poter mantenere la data fissata.

Nonostante tutto questo bailamme di disastri amministrativi, la sindaca Raggi, battezzata  Spelacchia, vanta un gradimento in continua crescita, proprio come Spelacchio, il povero albero di Natale impiantato a Piazza Venezia prima delle feste e già morto e defunto dopo pochi giorni, e che ora tutti fanno a gara per resuscitarlo in una diversa esistenza, quella artistica.

 E Spelacchia? Al Museo delle cere, prossimamente, in attesa di definirne la sezione di esposizione, che quasi certamente sarà quella dei grandi statisti.

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