domenica 7 gennaio 2018

Giovanni Minoli. La vendetta contro Confindustria

Giovanni Minoli, con i successi professionali e tutti gli appoggi di cui ha goduto nel corso della sua lunghissima carriera,  evidentemente non è abituato alle sconfitte. Ed anche quella, benchè poco rilevante,  che gli ha inflitto il Gruppo editoriale di Confindustria ( Sole 24 Ore), defenestrandolo dalla radio del gruppo, a seguito di una intervista ' prostrata' - lui solitamente le fa così dai tempi di Craxi, anche quando sembra fare la 'faccia feroce' - all'altrettanto defenestrato direttore Roberto Napoletano, a seguito di  certe accuse non proprio leggere (  spese pazze, e  diffusione di dati falsificati sulle copie distribuite e vendute del giornale), e proprio negli stessi giorni in cui tali accuse gli venivano mosse e che coinvolgevano anche gli amministratori del gruppo.

Boccia, presidente di Confindustria non gradì quell'intervista, come non la gradirono i giornalisti del gruppo che da mesi sentono parlare di tagli, di licenziamenti, in una sola parola: di ristrutturazioni, e mise alla porta Minoli. Il quale è poi approdato a 'La 7' di Cairo - quelli come lui cadono quasi sempre in piedi; una delle pochissime volte in cui s'è dovuto ritirare è stato quando voleva ad ogni costo che l'ex direttore generale della Rai , Gubitosi, affidasse a lui, pensionato, genero di Bernabei, super raccomandato, la direzione di una rete. Il direttore generale disse: NO.

 Ora Roberto Napoletano, che  certamente capisce di economia, sull'argomento ha di recente scritto anche un libro. E Minoli che non poteva restare insensibile, non ci pensato un solo istante prima mettere in atto la vendetta contro Boccia di Confindustria. Proprio oggi, nel suo 'Faccia a Faccia', lo ha intervistato per una  mezzoretta circa, su tutto lo scibile umano, dall'economia alla politica,  rimettendolo nuovamente in trono, dalla polvere in cui era caduto.

 Solo alla fine della lunga intervista una domandina, sottovoce, che sarà sfuggita a tanti. Lei è indagato... Le rispondo: non so ancora perchè sono indagato, ho sempre agito nell'interesse del gruppo per il quale lavoravo e del giornale che dirigevo, ed ho fiducia che la magistratura farà CHIAREZZA.

Vendetta è fatta.


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