lunedì 6 novembre 2017

Grande è la confusione sotto i cieli di Italia

 Anche Renzi ammette la sconfitta, e con lui tutto il PD, ma non prende l'unica vera decisione: mettersi da parte, anzi scomparire.
 Le divisioni interne alla sinistra stanno portando i loro tragici frutti, nell'indifferenza generale, stando ai fatti, senza cioè che nessuno oltre ad ammettere la sconfitta, corra ai ripari.

Renzi dovrebbe convincersi che non è più il candidato premier (e forse segretario) gradito al popolo di sinistra, dunque  via, e , contemporaneamente smetterla di creare problemi istituzionali con tinuando a dire che lui con la riconferma di Visco in Bankitalia non è d'accordo con il Governo.
Chissenefrega! 

Nella storia di Visco sembra ripetersi ciò che in un primo momento si è verificato in Italia, più che in altri paesi,  con l'assalto ad Asia Argento,  dopo che ha accusato, certo in ritardo forse inammissibile, quel porco di Weinstein: hanno dato addosso a Lei più che all'animale. Per le banche, Renzi sembra comportarsi allo stesso modo: vuole punire Visco, imputandogli una vigilanza non solerte, mentre non dice apertamente che gli amministratori di alcune banche, da Boschi a Zonin e a tutti gli altri, imbroglioni e ladri, andrebbero puniti da subito a costretti a restituire ciò che hanno rubato. Intanto, come hanno denunciato alcuni giornali, si assiste al trasferimento dei loro beni a familiari per farsi trovare 'incapienti' quando saranno condannati.

La Boschi dovrebbe seguirlo senza attendere un minuto in più, perchè Lei non può restare al governo dopo le innegabili colpe di cattiva amministrazione della banca di cui il 'su babbo', onestissimo, era vice presidente. Anche per salvare la faccia della famiglia, oltre che la sua.  A Banca Etruria hanno imbrogliato i risparmiatori, un po meno gli investitori; e perciò è tempo che anche la figlia del 'su babbo' tragga le conseguenze. Che aspetta?

 E poi c'è lo scandalo elettorale sotto gli occhi di tutti, a cominciare dai cittadini del Municipio di Ostia che, pur essendo a pochi passi dal Campidoglio e pur avendo sotto gli occhi lo sfascio dell'amministrazione Raggi, continuano a credere nella sindaca ed accusano del disastro generale non la giunta Raggi, ma il complotto degli altri partiti.
 A far chiudere gli occhi ed obnubilare le menti di quei cittadini contribuiscono due fattori. Primo: il tiro al bersaglio contro la Raggi esercitato dagli altri partiti e dalla stampa, quasi quotidianamente. Pensano che tale sport sia praticato per salvarsi le chiappe: da parte dei partiti che rappresentano la vecchia politica, protagonista degli scandali e del saccheggio del paese;  e dai  giornali, perchè organi di stampa di regime che sperano, con i solo servizi, di meritarsi qualche bonus, in tempo di crisi nera per la stampa.

Secondo: chi crede nei Cinquestelle, vergini di... (direbbero i più trucidi)  crede ancora possibile un secondo miracolo dopo il flop di Berlusconi, sceso in politica per difendere il paese che ama, in realtà per mettere al sicuro le sue aziende. Lui che, nella credulità popolare, rappresenta uno che si è fatto da solo e dal niente. Ancora? Senza i  numerosi aiutini, da molte parti pervenutigli - alcuni anche innominabili - e qualche irregolarità penale - non è stato condannato per evasione? -  chissà se potrebbe essere ancora celebrato come l'uomo venuto dal nulla! Coloro i quali continuano a votare Cinquestelle, pensano che  questi parvenus della politica siano immuni da vizi, immacolati. Nessuno riflette sui numerosi attestati di incapacità  amministrativa!

Ma ci sono anche altre  incomprensibili incongruenze ed anomalie sotto i cieli d'Italia. Si prenda il comportamento di Roberto Fico, Cinquestelle, capo della Commissione di vigilanza sulla Rai, a proposito del match televisivo fra Renzi e Di Maio ( Renzi vorrà ancora farlo? Andrà a dire: abbiamo perso? Vale la pena? Non sarebbe meglio che si dimetta prima, annullando  l'incontro  e permettendo da subito alla sinistra di riorganizzarsi, unita?) sul canale televisivo che potrebbe ospitarlo - Rai 1 o La 7- Fico chiude alla Rai che certamente potrebbe assicurare uno share molto più alto. Lui se ne frega e si comporta come fosse un dipendente di Cairo, dirigente della sua televisione; mentre la Rai, che ha reso noto un appello del suo CdA, un pò penoso e lamentevole, neanche Fico la difende, proponendola come la tv più adatta, anche perchè finanziata con il canone.

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