mercoledì 19 luglio 2017

Mons. Georg Ratzinger poteva non sapere dei soprusi anche sessuali sui bambini e ragazzi del Coro di Ratisbona?

L'indagine, condotta per  diversi anni, su quel che accadeva in passato nella scuola  annessa al Coro di voci bianche e nel coro allo stesso tempo della Cattedrale di Ratisbona, del quale Mons. Georg Ratzinger, fratello del papa emerito Benedetto XVI, è stato direttore dal 1964 al 1992, finalmente ha visto la fine. E le conclusioni, tragiche, sono le seguenti: oltre cinquecento bambini  e ragazzi negli anni, dal 1950 circa al 1990, sono stati sottoposti a punizioni anche durissime, talune sanzionabili anche dal codice penale - e non si venga a dire che erano frutto di una educazione severa quale vigeva all'interno della scuola -  ad una disciplina assolutamente sproporzionata  per i comportamenti eventualmente biricchini dei ragazzi, ed estranei a qualunque disciplina educativa, una cinquantina i responsabili, tutti morti- dannati! -; e una settantina che, come non bastassero  quelle dure punizioni, erano state vittime anche di ABUSI SESSUALI. Cioè a  dire, in quella scuola  sono esistiti negli anni generazioni di PEDOFILI fra gli insegnanti ed i responsabili  sia della scuola che del coro.

La storia era venuta fuori anni fa, almeno una decina, e da subito risultò così grave che i vescovi tedeschi ordinarono ad un avvocato - che è poi quello stesso che l'ha condotta a termine e che ha rivelato i risultati davvero agghiaccianti dei quali siamo appena venuti a conoscenza - di approfondire le indagini per dar corpo alle voci circolate e semmai per smentirle.

Già allora, mons. Georg Ratzinger, direttore del Coro, si dichiarò stupefatto e totalmente all'oscuro dei fatti. Insomma il direttore non sarebbe stato assolutamente a conoscenza della disciplina  disumana alla quale i ragazzi venivano sottoposti, sebbene abbia poi ammesso che qualche schiaffo anche lui l'aveva mollato ( ma qui non parliamo di schiaffi, pur sanzionabili).Benché comprendiamo l'imbarazzo  che la storia comporti per il direttore ma anche per suo fratello, pontefice a Roma, non riusciamo a convincerci neanche un pò che egli potesse essere all'oscuro di quel che accadeva quotidianamente  a Ratisbona. Insomma, Lui dov'era?

La cosa, certo, sarebbe gravissima, addirittura, se anche lontanamente si pensasse che alle sue orecchie siano giunte notizie o sospetti di abusi sessuali sui ragazzi,  ed egli non abbia mosso un dito denunciando - escludendo naturalmente un suo coinvolgimento diretto. Non vogliamo neanche pensare a mons. Georg, fratello del pontefice, pedofilo.

La ragione addotta da molti prelati, nelle cui diocesi si sono verificate negli anni episodi di pedofilia fra il clero, per tenerli nascosti, e cioè quella di non infangare il nome della Chiesa e di non recar scandalo, non tiene per nessuna ragione al mondo. Perchè quei pastori, alle cui cure erano affidate le greggi dei credenti si sono rivelati dei lupi assassini.

Dall'indagine sulla scuola di Ratisbona sono emerse alcune drammatiche testimonianze di ragazzi che scrivevano (o forse telefonavano) alle loro famiglie pregandole di venire a prenderli per liberarli da quell'inferno, da quegli orchi  anche in talare che avrebbero dovuto invece rassicurarli e proteggerli.

E ancor più inorridiamo al pensiero dei criteri con i quali quelle bestie sceglievano le loro vittime: i più carini? i più innocenti? i più spaventati? i più indifesi?

Meglio per loro che ancor prima che si abbatta sul loro operato la giustizia umana,  siano stati sottoposti a quella divina - anche più dura di quella umana - con la  fine della loro ignobile sacrilega esistenza, come anche il Vangelo sanziona chi procura scandalo ai bambini.

Oggi la scuola ed il coro hanno altre regole e gli orchi non ci sono più, ma certo che questa terribile storia ha gettato un'ombra incancellabile sull'istituzione religiosa ed educativa del Duomo  di Ratisbona.

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