lunedì 5 giugno 2017

In Campania, il viceré De Luca si autocelebra. Un'estate da Re

Quando è partito dalla nativa Salerno, il De Luca padre, di crozziana testimonianza, nessuno avrebbe scommesso su di lui, non sul terreno della comicità (sul quale ancora in fasce, politicamente, aveva dato segni di talentuosa predestinazione), ma su quello della politica. Senonché, passato poco tempo, ha vinto a piene mani,  anzi stravinto,  sia sul terreno della comicità - ora che Crozza è andato via da La7. rifugiandosi in una tv più remunerativa ma meno visibile, tutti piangono il De Luca comico - sia su quello politico, nonostante che abbia dovuto vedersela con un nemico in casa, il sindaco di Napoli De Magistris, che non ha definito 'mezzapippa' come ha fatto con i suoi avversari politici 'cinquestelle' - forse nel timore di beccarsi una denuncia, se non altro per quel  'mezza' -  ma che ha combattuto con tutte le forze per metterlo alle corde. L'ha degnato appena  di uno sguardo  e poi  ha tirato dritto,  insediandosi come 'vicerè' di Napoli e Campania.

Nell'intento di dare splendore alla sua corte, insediata nella Reggia di Caserta, s'è dato a finanziare musica ed opere, come del resto avevano fatto i suoi predecessori nel palazzo vicino di San Leucio. Lui come i suoi predecessori ha le casse del regno piene, a differenza di De Magistris che le ha vuote.

Il suo regno non ha confini: si estende da Napoli capitale cittadina, a Caserta, residenza di famiglia ed estiva -  e  dove può coltivare la caccia ed i passatempi nobili - a Ravello, per qualche bagno nelle calde giornate d'agosto, all'amata Salerno che ha dato in eredità ai suoi figli, principi ereditari,  ed alle rigogliose isole, insomma a  tutta la Campania.

Quest'anno, d'estate, come aveva già iniziato a fare la passata stagione, ha deciso di passare più giorni a Caserta, ha fatto risistemare la antica 'Aperia' (un tempo produceva il miele per le sue esigenze di oratore) - un suggestivo spazio a forma circolare cinto di un bel portico, della capienza di un migliaio di posti che ospiterà rappresentazioni, non impegnative sul piano della politica e dell'ideologia, come i famosi 'intermezzi' napoletani.  Stia attento, però, perché solo il titolo di quel capolavoro antico 'la serva padrona', non dovrebbe fargli fare sonni tranquilli.

Poi ha fatto attrezzare il cortile della Reggia con un palco e relativa platea per i grandi raduni musicali, capienza 4500 posti ( che neanche Caracalla riesce ad occuparli tutti!) per l'Estate da Re' che ha voluto  a tutti i costi e finanziato dalla a alla z, sotto la supervisione di un suo fedelissimo , Marzullo - ma perché non ha chiamato a corte l'originale, Gigi?-  che ha prelevato direttamente dalla sua corte salernitana,  ora troppo stretta per un viceré, dove faceva il suo 'segretario' per le manifestazioni artistiche. Lo ha anche inviato a Ravello, dove aveva già  dato pieni poteri al filosofo di corte, Baffettone.

Verrebbe da dire: la fortuna di chiamarsi Marzullo, anche senza essere l'originale. Sì, anche quella, ma principalmente la fortuna di lavorare a stretto contatto, gran ciambellano del Viceré.

Ora in molti altri regni e principati si registrano rivolte popolari contro i rispettivi reggenti, che tutti vorrebbero come De Luca, non solo per la salutare comicità.

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