venerdì 16 giugno 2017

'IMAGINE' renderà per moli anni ancora. Sean Lennon e i suoi discendenti ringraziano

Quando abbiamo letto la notizia che Yoko Ono veniva promossa a coautrice della famosa Imagine di John Lennon, quando ancora ci vogliono oltre trent'anni prima che scadano i diritti del celebratissimo brano e diventi di pubblico dominio -  e cioè che non renda più una sterlina agli eredi del musicista -  il nostro pensiero è corso immediatamente ad una analoga operazione che ha riguardato forse la più celebre canzone dei nostri tempi, quell' O sole mio che qualcuno voleva addirittura come 'inno nazionale italiano'.

Quando erano in scadenza in diritti -  il che accade dopo settant'anni dalla morte degli autori, secondo la legge vigente che ha allungato tale termine che prima era di cinquanta - venne fuori un coautore del quale s'era già parlato ma senza dargli  la consacrazione ufficiale, il quale, improvvisamente, venne aggiunto, spostando in avanti la scadenza dei settant'anni.
E ripensando alla celebre canzone napoletana ci siamo detti come mai  nel caso di John Lennon-Yoko Ono nessuno tira  fuori quell'illustre precedente, sul quale sembra ricalcato questo della celebre canzone inglese? Poi invece leggendo un resoconto, su Repubblica, di Gino Castaldo, dalla memoria lunga, e dalle 'giacchettelle corte', siamo stati felici di vedere che qualcuno se ne è ricordato, non fermandosi soltanto a considerare  le questioni di principio ed ideali di tale nuova annessione autoriale.

Di casi analoghi potremmo citarne alcuni altri e tutti molto importanti, riguardanti  soltanto autori di successo, perchè solo per  questi si pongono simili problemi: rifacimenti di opere antiche, completamenti di finali d'opera  incompleti, doppie firme su alcuni brani ecc... - i nomi sono sulla punta della lingua, anche se non li facciamo - solo per allungare il termine della protezione su  opere cosiddette dell'ingegno ( ma anche degli affari! )

Anche a noi, come a Castaldo, la sorpresa di Yoko Ono all'annuncio è parsa finta. Lei non sapeva? Ma a chi lo vuol raccontare? La signora vive nel mondo dell'arte, e il mondo dei soldi le è estraneo? Suvvia.

Adesso la doppia firma come autori alla celebre canzone farà sì che non solo suo figlio Sean avrà di  che vivere e vivere bene, anche senza far nulla per tutta la vita, dopo la morte della madre, ma gli stessi benefici avranno anche i suoi figli e forse i figli dei suoi figli, ameno fino al 2090 circa, o giù di lì, augurando all'illustre consorte ed ora anche coautrice di Imagine - o forse solo  'ispiratrice' assurta al ruolo di coautrice - di campare ancora.

Naturalmente a nessuno viene in mente di ragionare sulla utilità dell'estensione della protezione a settant'anni, ai fini della diffusione dell'opera in questione -il che vale ancora più per il settore non delle canzoni. Si sa che la protezione rende meno eseguibili brani, ad esempio, del Novecento storico, Strawinsky in primis, i cui diritti d'autore sembrano troppo esosi per poterne favorirne diffusione conoscenza ed esecuzione. Ma allora noi dovremmo essere  più preoccupati  della salute economica di eredi ed editori che della valorizzazione, attraverso  la conoscenza e  la diffusione, delle opere dei grandi autori? La risposta è ovvia, ma tanto ovvia non sembra a chi si preoccupa invece principalmente di rimpinguare i conti di eredi talvolta indegni ed immeritevoli, piuttosto che di difendere l'opera di un grande autore.
 

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