venerdì 16 giugno 2017

Giorgio Ferrara vola verso il ventennio della sua direzione a Spoleto

Proprio quando l'edizione 2017 del Festival di Spoleto sta per cominciare arriva la notizia- per noi nefasta - della conferma di Giorgio Ferrara al timone del festival che fu di Menotti fino al 2020, quando gli anni di sua permanenza saranno tredici e nulla impedisce che si protraggano ancora fino a venti.

Perchè agli occhi del Ministero vigilante e pagatore, degli amministratori spoletini e di tutta la società dei salotti chic, la gestione Ferrara sembra la migliore del dopo Menotti ( non ve ne è stata un'altra dopo il tragico passaggio di Francis, cacciato via a pedate nel di dietro) e quella che può assicurare un futuro 'sicuro' alla manifestazione che un tempo era vetrina di scoperta di nuovi talenti ed ora invece  è passerella di vecchie glorie o di glorie consolidate che non dovrebbero appartenere al dna di un festival come Spoleto che con Menotti 'guardava al futuro'. Che bisogno abbiamo ogni anno puntualmente di vedere spettacoli di Bob Wilson, tanto per citare un nome  solo, e di assistere alla sfilata di un mondo che vediamo anche altrove?

Come si può far capire a Ferrara jr.(  quanto a grandezza e notorietà) che durante l'anno più che frequentare i soliti salotti, sempre gli stessi, dovrebbe trottare, in giro per il mondo, per scoprire nuovi talenti e portarli a Spoleto? Se tutti gli dicono che è bravo e che come lui non c'è nessun  altro, tanto che gli rinnovano fino al 2020 l'incarico, lui non cambierà mai. Anche se è pur vero che non si può chiedere a Ferrara di essere Menotti senior, se Menotti  senior non è ed è solo Ferrara junior.

Lui con il budget che ha, che non è poi così risicato, specie se pensiamo ai tempi  di crisi, paga le star e poi appalta il resto del festival a studenti di questa o questa scuola, questa o quella disciplina, che poco gli costano.

 L'argomento 'musica' non lo tocchiamo per l'ennesima volta, ma solo per carità cristiana  perchè  ci costringerebbe a dare 'zero' alla sua direzione, che si è allargata anche alla regia d'opera, andando a 'toccare' la santissima trinità del Mozart-Da Ponte, che di altre mani registiche avrebbe necessità.

Un argomento che  non possiamo eludere ed un problema che non possiamo ritenere risolto, solo perchè, su consiglio non disinteressato di Nastasi, l'amico del giaguaro al ministero, Spoleto s'è alleato con il festival ravvenate dei Muti. Una rondine non può far pensare che sta per tornare la primavera nel cielo di Spoleto.



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