mercoledì 7 giugno 2017

Franceschini, 'mezzodisastro' pratica l'arte dello struzzo

Insomma ancora non sappiamo se Franceschini ha dato preventivamente il suo assenso all'erogazione del contributo speciale a Barbareschi, per non fargli chiudere il Teatro Eliseo ristrutturato e riaperto da qualche mese.

Barbareschi afferma che Franceschini era d'accordo, il ministro nega; almeno  il ministro Padoan - visto che il finanziamento speciale viene erogato direttamente dal suo ministero e non dal FUS - ha detto chiaramente che lui non era d'accordo. Ma allora, come è possibile che sia stato approvato?

Lo ha spiegato Barbareschi, non Franceschini.  Ha detto che è andato a parlare,  singolarmente, con i membri della commissione parlamentare preposta, che si sono dimostrati, evidentemente - dice sempre  Barbareschi - più sensibili ai problemi della cultura di quanto non dimostrano di essere i vari ministri ed il governo nell'insieme. E Franceschini? Tace. Interviene solo quando dall'Agis , del 'redivivo' Fontana, e da Federvivo viene la minaccia di abbandonare la Consulta dello spettacolo del ministero della cultura. Solo allora lui, timidamente, manda un pizzino con scritto: io non ero d'accordo.  Chissenefrega, viene da replicare, visti i risultati.

Una bella batosta Franceschini l'ha presa nelle ultime ore per la bocciatura della sua proposta di creare una 'Sovrintendenza speciale del Colosseo' contro la quale il Campidoglio aveva protestato e fatto ricorso. Il TAR ha dato ragione al Campidoglio, con buona pace di 'mezzodisastro' Franceschini, che ha già annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.

Dal quale si attende anche la giustificazione sulla concessione del Palatino per 'Divo Nerone', ieri anteprima ad inviti, fra disfunzioni, ritardi ed altro. Franceschini non ha ancora detto perché è stato concesso dalla sovrintendenza statale, ad una società privata (costituitasi fra l'altro ad ottobre del 2016: c'è puzza di intrallazzi!) che, però, in questa impresa ha rischiato prevalentemente soldi  non suoi ma soldi pubblici, l'utilizzo di uno dei luoghi storici più simbolici di Roma. il colle Palatino, di fronte al Colosseo  che, va detto, non esisteva ancora, quando regnò Nerone, l'incendiario, di Petroliniana memoria.

Franceschini  non ha mai spiegato le ragioni che l'hanno convinto per la concessione. Né lo farà ora che il paese a tutto pensa fuorché ai neroni agli struzzi e a tutto il resto.  Perchè costretto a pensare alla nuova legge elettorale, per gli imbrogli che può nascondere, senza capirci un fico secco. Anche noi, per quanto ci siamo sforzati,  non siamo riusciti a capire come funzionerà e come sarà possibile che i parlamentari eletti siano eletti dal voto dei cittadini e non dalla volontà dei capibastone.
Ma forse avremo ancora tempo per capire, perché, notizia dell'ultima ora, i Cinquestelle si stanno sfilando ( fanno finta, per far contente  le frange più dure del Movimento che si vogliono distinguere ad ogni costo dal resto del mondo!) dal patto a quattro; e perciò la sua approvazione, con le modifiche già minacciate a  avverrà, forse, ma non in tempi brevi.

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