lunedì 29 maggio 2017

Da un post del luglio 2014, quando le acque dell'Opera di Roma erano non agitate ma agitatissime

L'abbiamo scritto l'alto ieri, su questo nostro blog, che il silenzio di Muti in questa tragica situazione è davvero inspiegabile, anzi mette pensiero. Oggi questa nostra riflessione  la leggiamo pari pari sul Corriere ( Romana) in un'apertura  affidata a  Valerio Cappelli, un tempo cantore oggi detrattore, nell'un caso e nell'altro senza ritegno, anche perchè è assai poco credibile  che veda oggi tutto nero ciò che fino all'altro ieri vedeva tutto bianco. Ma, come dicono le persone avvedute, solo i cretini non cambiano opinione; e Cappelli cretino non è. Semmai opportunista e fiancheggiatore, che, come si sa sono comportamenti impuniti.
Proviamo ora ad aggiungere qualcosa a quel nostro umile consiglio a Riccardo Muti a farsi vivo, perché forse lui lo ascolterebbero, facendo desistere gli irriducibili dai loro propositi guerrieri.
Fra quelli che non parlano, oltre Muti, inspiegabilmente, vanno messi anche almeno un paio di membri - si dice così - del Consiglio di Amministrazione, come il m.  Giorgio Battistelli, compositore esimio, e Simona Marchini, gentile signora con  affezione viscerale nei confronti dell'Opera alla cui distruzione ambedue assistono in silenzio, impietriti  di fronte a così scellerato proposito.  Sarà così?
 O forse ambedue stanno seguendo il consiglio del famoso parlamentare Razzi,  trasmessoci per bocca dell'inimitabile Crozza: 'fatti li c. tui'.
Non è un bel fare per chi ogni tanto - quando gli conviene - si sbraccia e forse, in pubblico, si straccerebbe anche le vesti, in difesa della musica in Italia.

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