venerdì 19 maggio 2017

A Roma tolgo il saluto e alla ministra Fedeli la parola; mentre Renzi alla Orlandi toglie il posto

Si saluta chi si conosce, si fa così di norma, salvo i casi in cui non si voglia salutare chiunque si abbia ad incrociare per strada o altrove. Altrimenti non  si saluta. Ma accade anche che non si saluti una persona di nostra conoscenza, che non vediamo da molto,  qualora abbia subito tali e tante offese  dal tempo  e dai malanni, da rendercelo irriconoscibile. Sta accadendo anche con Roma, ogni volta che la giriamo, lontano dai luoghi solitamente frequentati,  e  la troviamo sempre più irriconoscibile: sporca oltre ogni limite, caciarona, invasa da bancarelle e paccottiglie le più diverse,  pizzerie, fast food. la Roma che conoscevamo e che amavamo non c'è e perciò le togliamo il saluto.

E alla ministra dell'istruzione Fedeli vorremmo togliere la parola. Perchè dopo la bocciatura della sua proposta contraria alla obbligatorietà delle vaccinazioni, forse ringalluzzita dal sostegno che le è venuto da  Pierluigi Battista ( Corriere della Sera). Il quale, a difesa della Fedeli  contro la Lorenzin ha presentato il caso limite di un ragazzo di dieci anni che si presenta a scuola, accompagnato dai genitori, e che non è vaccinato. Che fa la scuola lo manda a casa? No, caro Battista, lo si fa immediatamente vaccinare e la cosa è risolta. Adesso la Fedeli torna a polemizzare con la Lorenzin sull'età entro la quale le vaccinazioni sono obbligatorie. Secondo la ministra Fedeli fino a sei anni, secondo la Lorenzin che, immaginiamo, si faccia portavoce della medicina, fino a dieci. Perchè prima di quell'età il ciclo di vaccinazioni con i richiami previsti non è completo.
 E' a tutti evidente come la Fedeli,  nonchè ministro, sulle vaccinazioni non ha diritto di parola. Non spetta a Lei stabilire quando il ciclo di vaccinazioni può ritenersi completo. Lo devono stabilire e medici e lei dovrà attenersi, zitta mosca.

Renzi, pur dall'esterno di Palazzo Chigi, continua a dettar legge come ne fosse ancora l'inquilino, mentre ad abitarvi ora è Gentiloni,  anche se alle dipendenze di Renzi. L'ultimo diktat riguarda la direttrice dell'Agenzia delle Entrate, donna energica che in tutti questi anni non si è fatta mai beccare per nessuna cosa, e che ha portato tanti soldi nelle casse dello Stato. Il suo mandato è in scadenza nel giro di un mese, e Lei che evidentemente sta sul c. a Renzi e, si dice anche a Padoan, a dispetto dei risultati raggiunti,  deve sloggiare, per far posto ad un  fedelissimo dell'ex premier,  il prof. Ruffini, figlio di ministro, nipote di cardinale.
 Dunque nell'era Renzi e post Renzi, chi fa bene può anche essere rimosso, basta che stia sul c. a qualcuno e che al suo posto voglia andarci un altro. E' possibile che si sia giunti a tale punto di barbarie,? Perchè gli interessi generali  e pubblici non devono essere curati con la stessa deiligenza con cui si curano, solitamente, i propri?


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