martedì 7 febbraio 2017

Italiani, popolo di teatranti che interpreta quotidianamente tragedie, ma che si attende da altri il lieto fine

Lo spettacolo indecente del Senato vuoto - 13 senatori su 320 - mentre Padoan, il ministro, illustra il richiamo dell'UE e la risposta italiana a tale richiamo - argomenti dell'uno e dell'altra, la crisi economica, i conti non in ordine, la ripresa che non c'è e semmai è troppo lenta, la disoccupazione, specie quella giovanile, che non accenna a diminuire e mettiamoci anche i terremoti  ed i terremotati - ci ha indotti a riflettere sull'inclinazione tutta italiana alla teatralità con la quale ogni giorno interpretiamo la tragedie che si sono abbattute si abbattono e certamente continueranno anche ad abbattersi su di noi e sul nostro territorio.

Mentre non siamo gli unici al mondo ad essere colpiti da tragedie, siamo gli unici a vivere queste tragedie da attori, che confidano in salvatori venuti dal cielo.
Un solo esempio che può essere applicato a tutti gli altri. La cronaca passata e presente ci mette sotto gli occhi ogni giorno la situazione di grave pericolo nella quale viviamo.

Da quando ci si dice, tanto per fare un esempio illuminante, che non solo le popolazioni Campane, ma in qualche modo anche tutta l'Italia, vive  sotto la minaccia di una improvvisa eruzione del Vesuvio, che - come i terremoti - non si sa quando avverrà, ma si sa per certo che potrebbe avvenire, anzi avverrà? Da sempre. Ma s'è mai sentito di qualche provvedimento preso concretamente per ridimensionare il pericolo effettivo, non virtuale? No, mai.

E pure ogni giorno recitiamo le tragedie del nostro paese, da interpreti fedeli al canovaccio ed anche bravi. E le recitiamo fino alla penultima scena, ben consapevoli, come la storia del teatro ci ha insegnato, che poco prima di sprofondare divorati dalle fauci del Vesuvio, nell'ultima scena della nostra interminabile tragedia, ci sarà un 'deus ex machina' capace di liberarci dalle fiamme,  evacuando con velocissimi yacht, navi e portaerei, l'intera popolazione.
 Noi la salvezza non ce la procureremo da noi stessi, attendiamo sempre che ci arrivi da altri, dall'alto, o anche, dal basso, con il Vesuvio che implode su se stesso, bloccando nelle viscere della terra la lava incandescente e distruttrice.

E così oltre che attori, dimostriamo al mondo intero, che siamo anche fessi.

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