giovedì 8 dicembre 2016

La corsa di MUSICA+ , edita dal Conservatorio Casella e durata poco più di due anni, è finita nella chiusura? No, è ricicciata

A questo punto dire che sapevamo come sarebbe andata a finire ci sembra troppo crudele. Ma a noi che conoscevamo da tempo l'artefice dello sgarbo nei confronti della umile MUSIC@  e della successiva nascita della più paludata MUSICA+, e cioè il direttore del Conservatorio - formalmente editore della rivista - è bastato attendere sulla proverbiale riva del fiume, per veder passare, dopo soli due anni di vita, passare il cadaverino  della rivista che aveva preso il posto di MUSIC@,  e cioè MUSICA+. Perchè? Perchè  non serviva a nessuno, oltre ai diretti interessati, gli autori che così potevano parlare delle loro imprese in Conservatorio, ed al direttore medesimo che aveva messo in atto la sua  inutile vendetta contro MUSIC@.

MUSIC@ era nata nel lontano 2006, con un numero di 50 pagine che si pensava potesse restare unico; ma che invece ha avuto una vita piena di successi e consensi. Bimestrale, con 5 numeri l'anno, MUSIC@ (è uscita per sette anni, 32 numeri, oltre 1500 pagine complessivamente, non mancando una sola volta l'appuntamento con i lettori, neppure dopo il terremoto; vi hanno collaborato le più note personalità  del mondo musicale e giornalistico italiano e non) si proponeva di ospitare ed incentivare il dibattito sui maggiori problemi musicali del paese, oltre che del costume, e degli studi. MUSIC@ per questo ospitava studi ed articoli dei protagonisti della musica italiana ed internazionale, ma si serviva anche di forze interne al Conservatorio, soprattutto allievi ai quali desiderava far fare una esperienza pratica di  critica e cronaca musicale. E per questo era attesa da tutti i suoi lettori privilegiati: i protagonisti della musica in Italia.

Per qualche tempo, nei primi anni, prestava la sua opere di 'impaginatore al computer' di MUSIC@, l'attuale direttore del Conservatorio, Piermarini, e per questo di lui sappiamo molte cose, e prima di ogni altra cosa, la sua totale dichiarata estraneità al mondo della musica  in Italia, di cui ignorava persone e fatti.

Anche per questo non poteva apprezzare MUSIC@, al punto da non saper valutare la differenza che correva fra MUSIC@ e la sua discendente MUSICA+, da lui voluta, dopo la sgarbo fatto alla sorella maggiore, della quale non aveva voluto pubblicare, appena insediato, l'ultimo  numero affidato alla nostra direzione e già inviato in tipografia. Semplice volgare vendetta.

MUSIC@ era bimestrale, MUSICA+ trimestrale (ma ora l'ultimo numero, pubblicato anche sul sito del Conservatorio, è quello uscito a luglio); MUSIC@ era in b/n, niente colore all'interno; MUSICA+ tutta a colori; MUSIC@ guardava all'esterno del Conservatorio  per trarre ispirazione e suggerimenti; MUSICA+ era invece ripiegata sul Conservatorio del quale cantava le lodi, compiacendo anche il direttore-editore. Solo che questa vita 'inutile' di MUSICA+ non poteva proseguire per molto, perché in molti Conservatori  si fanno cose interessanti e ciascun Conservatorio potrebbe farsi una rivista per  reclamizzare la sua attività,  ma nessuno lo fa perché sarebbero soldi buttati, e  anche perchè a nessuno, fuori dal Conservatorio, potrebbe interessare una simile rivista.

Noi pensavamo, invece, attraverso MUSIC@, di  riuscire a far respirare in Conservatorio l'aria che tira fuori, nel mondo della musica. Quella stessa aria che all'attuale direttore non è mai interessata - lo abbiamo potuto toccare con mano quando sotto la nostra diretta supervisione impaginava MUSIC@, sempre in nostra presenza - e non ha mai neanche respirato.

Per questo MUSICA+, nonostante il segno +, ha fatto la fine che ha fatto, o che sta per fare, dopo una decina di numeri appena, nonostante tutto quell'inutile colore dalla copertina all'ultima pagina.

P.S.  A metà dicembre, e dunque appena sei mesi dopo l'ultimo numero di Musica+ è uscito un nuovo  numero della rivista, edita dal Conservatorio Casella dell'Aquila; facendo immaginare per il futuro una sua uscita ancor più distanziata, da  numero a numero, forse semestrale e, successivamente, annuale per poi finire dritta nella chiusura che noi, profeticamente, pensavamo  anticipata. Invece viene procrastinata, ma non evitata. Perchè a differenza di Music@, trimestrale, puntualissima ad ogni uscita e ricca di contenuti e stimoli di riflessione, Musica+, nonostante tutto quel colore, serve solo a se stessa e a nessun altro ed a nient'altro  che ai suoi autori - e forse anche al direttore che vuol dimostrare che la sua vendetta continua. Ma solo per tre anni ancora.

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