lunedì 24 ottobre 2016

Perchè l'Italia vuole censire i pensionati che si sono trasferiti all'estero?

Prima diamo dell'imbecille al governo della May per due iniziative davvero senza senso: è cioè  perchè voleva censire tutti i lavoratori stranieri in Inghilterra ed anche perché chiedeva agli studenti italiani che studiano nelle scuole d' Inghilterra, di specificare se sono, per origine, napoletani o siciliani, e  poi noi facciamo una cosa analoga a quella duplice idiota iniziativa inglese, quando cioè desideriamo censire tutti i pensionati che negli ultimi anni si sono trasferiti stabilmente in paesi dove con la loro pensione - solitamente misera - vivono più tranquilli, perché meno tartassati dallo Stato, perché lì la vita costa meno, e perché i beni fondamentali, come casa luce acqua, sono a buon mercato?
In tutto sarebbero qualche migliaio. La pensione, tassata nel paese di attuale residenza, ma inviata dall'Italia, per effetto  di una tassazione inferiore, diventa per i poveri pensionati - COSTRETTI a cercarsi un posto dove non vivere di stenti - più sostanziosa.

Per quale ragione l'Italia vuole censirli? Forse per richiamarli in patria? Forse per promettere loro di aumentargli la pensione se tornano a vivere in Italia? E, a questa condizione, siamo sicuri che si mettano nuovamente in viaggio per far ritorno nel paese d'origine?
 Non si vorrà mica impedire loro di vivere all'estero, negando il principio sacrosanto della libera circolazione dei cittadini ?
 O forse più semplicemente perché l'Italia s'è accorta che se il flusso verso paesi in cui il costo della vita è più basso, dovesse continuare anzi aumentare (anche fomentato da continui servizi giornalistici che dipingono questi paesi come una nuova terra promessa ) e che ad oggi ha fatto già emigrare fra i 400.000 e 500.000 italiani, tutti i soldi delle loro pensioni vengono, ovviamente, spesi all'estero, con un grave danno per il nostro commercio e per l'erario?

Forse questa seconda ragione comincia a preoccupare in Italia. Ed è bene che preoccupi. Perchè da noi c'è una fetta del paese che vive da signori, e la gran massa restante nell'indigenza. Discussioni su vitalizi e pensioni spropositate per effetto di leggi ad hoc per favorire gli uomini di potere, se ne fanno da tempo, come altrettanto da tempo si discute delle pensioni troppo basse da aumentare, pena la povertà.
 Allora piuttosto che censire gli espatriati 'forzati' per esercitare una qualche azione di dissuasione o ricatto nei loro confronti, si cominci SUBITO a tagliare ed eliminare vitalizi, i costi della politica, i mille privilegi che ogni categoria s'è accaparrato nel tempo,  le pensioni alte, troppo favorevoli al pensionato senza che questi se le sia meritate versando i relativi contributi.  Si dia finalmente seguito alle parole, anche in un altro campo, quello dell'innalzamento reale ed effettivo delle pensioni minime, e poi si ragioni su un'attività di persuasione rivolta ai nostri pensionati residenti all'estero, perché tornino a vivere in Italia.

Forse non tutti lo faranno, anzi saranno certamente pochissimi, perché - non senza ragione - temono qualche tranello, non immediato, ordito ai loro danni dagli incompetenti, inqualificabili e profittatori dei loro governanti; però forse il flusso futuro di questi emigranti pensionati potrebbe arrestarsi o ridursi notevolmente. perché al di là dei vantaggi economici, nell'animo degli Italiani da nord a sud, batte forte il cuore di nostalgia per il proprio paese.

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