domenica 23 ottobre 2016

'Nessun dorma' su Rai 5, con Massimo Bernardini: E´ ghiuta a fessa mano `e creature

Il famoso proverbio,  frutto dell'antica  saggezza napoletana, calza a pennello alla nuova trasmissione di Rai 5, NESSUN DORMA, affidata per la conduzione a Massimo Bernardini. Condannato, lui ed assieme a lui la rete che ha deciso di ingaggiarlo, e cioè Rai 5, in accordo con Rai Cultura, ad occuparsi di cosa che gli è profondamente estranea: la musica.
 Ieri sera- al suo esordio? - 'Nessun  dorma' trasmetteva la serata inaugurale della stagione  sinfonica dell'Accademia di santa Cecilia. In programma l'avvenimento - sì, perchè anche i concerti o le opere si chiamano, in tv, 'avvenimenti' o, nella peggiore delle tradizioni, anche 'eventi' - del Fidelio di Beethoven, che coronava l'esecuzione delle sue Sinfonie, che ha attraversato l'intera passata stagione dell'Accademia.
Sul podio Pappano - che ci è parso nell'Ouverture della celebre opera, un pò troppo baldanzoso, togliendole peso e profondità, via via riacquistati -  affiancato da un gruppo di solidissimi solisti e con  l'orchestra dell'Accademia che - a detta del sovrintendente, Michele dall'Ongaro - ogni anno propone  alcune centinaia di 'AVVENIMENTI', molti dei quali proposti all'estero, "dove viene invitata più di qualunque altra orchestra italiana", testualmente.
 Presentatore ed intrattenitore Massimo Bernardini, come abbiamo detto, che occupava tutto lo schermo, che ha dovuto spartire forzatamente, subito dopo, con dall'Ongaro che dell'avvio di Rai 5 è stato il dominus ed il suggeritore occulto, anche quando l'ha dovuto ufficialmente lasciare per assumere la sovrintendenza dell'Accademia.
 Ieri sera i due, Bernardini e dall'Ongaro, ci hanno illustrato ad inizio di trasmissione, politica e compiti dell'Accademia, nei quali, quest'anno, si inserisce, anche a causa del Fidelio inaugurale, una speciale attenzione alle carceri: incontri, cori di adulti, cori di bambini - con i figli dei detenuti - ed altro ancora. Iniziativa lodevolissima, non c'è che dire.
 Bermardini, quando la 'spalla' dall'Ongaro gli ha rivelato che la musica è 'strumento di conoscenza' , è andato in brodo di giuggiole, non  stava più in sè. Come mai, nessuno me l'ha detto prima,  ha pensato fra sè?
 Si è recato, dopo la chiacchierata con dall'Ongaro, nel camerino di Pappano e lì s'è visto come un estraneo sbraca totalmente. S'è fissato sull'apprezzamento, d'autore, del Fidelio, e cioè sull' opera ritenuta  'imperfetta', e su tale apprezzamento ha voluto imperniare la sua conversazione con il direttore. Ed anche quando questi gli ha fatto capire che  non era proprio il caso,  lui  ha continuato a consultare il tablet dove aveva scritto le domande che erano tutte imperniate su quell'affermazione. Ma perché Pappano gliel'ha contestata, spiegandola? Poteva avere più pietà per il povero presentatore improvvisato,  star zitto e non metterlo in difficoltà.
 Poi, per restare fedele al mandato di Rai 5 ( divulgare, ad ogni costo!), sì è recato a parlare anche con il direttore del coro, Ciro Visco, e l'ha fatto nel trambusto che precede il concerto, quando tutti gli strumentisti riscaldano, suonando, i loro arnesi. E  candidamente gli  ha chiesto: c'è sempre questo casino prima di un concerto.?E' evidente che lui lo sapeva, ma voleva mettersi sullo stesso piano del popolo che guardava ed ascoltava il Fidelio e spiegargli dalla a alla z tutto quel che avviene  prima durante  e dopo- forse no,  il dopo non gli interessava - un concerto.
 Poi ha avuto un guizzo di intelligenza e gli ha chiesto: ma che ci fa un coro nel repertorio sinfonico?
E Visco gli ha spiegato che talvolta quando un musicista si accorge che il suono non basta, ricorre al suono della parola. E' proprio e sempre così?
 E poi la grande novità prima dell'inizio del concerto. E cioè l'illustrazione della storia narrata dall'opera con animazioni, desunte in questo caso dal cinema. E questa voleva essere la grande novità del Bernardini presentatore e divulgatore.
 Poteva andar peggio? Alla fine del primo atto del Fidelio, Bernardini ormai stanco di girare per camerini,  s'è piazzato in poltrona, ha chiamato due persone qualunque dal pubblico - uno di loro era, ci par di ricordare, Lucio Villari  - e con loro ha parlato ancora del Fidelio. Una buona mezz'ora durante la quale abbiamo capito tutto quel che non avevamo ancora capito del Fidelio - Grazie Bernardini - a seguire l'illustrazione 'animata' della vicenda del second'atto e via all'esecuzione.
 Durante la quale, fattosi ormai notte, non siamo riusciti a trattenere il sonno - nonostante l'invito-ammonimento di Rai 5: NESSUN DORMA! - e non abbiamo potuto vedere come è finita.
 Un consiglio da fratello maggiore alla giovane spalla dell'orchestra:  calma, muoviti meno altrimenti rischi di superare l'agitato Oren sul podio.

Ci siamo però ricordati che anni fa, durante un concerto nel cortile del Quirinale, per la  Festa della repubblica, avemmo il Bernardini  seduto al nostro fianco. Di lui, durante tutto il concerto, abbiamo davanti agli occhi, l'immagine di uno che traffica, senza un attimo di sosta, con il telefonino, inviando e ricevendo messaggi. Immagino non stesse scrivendo dal vivo e in diretta la recensione del concerto, nessuno gliel'avrebbe chiesta e lui  non avrebbe saputo cosa scrivere non avendo ascoltato neanche una nota.  Chi ben comincia...

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