lunedì 17 ottobre 2016

'DIECI COSE' di Uolter Veltroni da cancellare, piuttosto che da ricordare

L'avesse presentato uno di noi  in Rai, il progetto 'dieci cose' , già sappiamo quale sarebbe stata la risposta del dirigente preposto. Quattro calci nel culo senza nessuna giustificazione e via. E invece l'ha presentato UOLTER,  finito come politico e profeta del nuovo che non arriva mai, abortito il progetto missionario ed umanitario in Africa, neppure partito; il quale, dopo l'avventura nel mondo del cinema con i due esperimenti ( Berlinguer e bambini) vuole riciclarsi nel mondo dello spettacolo e propone a Rai 1 un programma che più morto non si poteva immaginare, sul filo della 'memoria' e della sua importanza.
I dirigenti ovviamente non la pensano come noi e , anche per timore reverenziale nei confronti dell'ex politico, gli fanno ponti d'oro e lo programmano. Quanto costi - e si sa che costa molto - non importa. E' un problema che non mi riguarda, ha risposto UOLTER a precisa domanda.

Vogliono tentare il colpo grosso del sabato sera. Senonché il programma fa appena il 10% di share con poco più di 2 milioni di telespettatori, in prima serata su Rai 1,  rivelandosi come uno dei più clamosrosi  flop della recente televisione. Lo cancelleranno?

Noi mezzo assonnati abbiamo visto appena qualche minuto di 'Dieci cose', quello in cui Buffon parlava del libro che gli aveva cambiato la vita, che era poi quello scritto da Mario Calabresi su suo padre, Luigi, il celebre commissario. Arriva in studio l'autore, oggi direttore di Repubblica - ogni ragione è buona per  sbattere in faccia al telespettatore che la Rai è diventata la sede staccata del gruppo editoriale romano, tanto che ci lavorano - BEN RETRIBUITI - schiere di giornalisti di ogni età e capacità. Stregato anch'egli dal numero '10' gli vien chiesto di raccontare 10 date e relativi avvenimenti che hanno cambiato il mondo.  E lui lo fa diligentemente, perchè è  bravo. Su Insinna che fa sempre il reclamizzatore di 'pacchi', anche quando fa altro, meglio tacere.

Ripensando alla inutilità della trasmissione di UOLTER, ci è venuto in mente un'altra trasmissione,  quella abortita giustamente, alle prime lune di gestazione. Si tratta di molti anni fa, fine anni Ottanta, ed aveva come titolo provvissorio 'Domani domenica'. Era progettata - ma senza un'idea di trasmissione, esattamente come UOLTER, per Rai 3. La doveva condurre Enrico Mentana.
A quella trasmissione  collaboravamo anche noi per la musica, Irene Bignardi per il cinema; il papà di Fabrizio Corona - direttore di 'TAXI', un mensile patinato di varia umanità - per altri argomenti ed altri ancora. Cominciammo le prove che andarono avanti per qualche settimana. Ricordiamo ancora che fuori dello studio in via Asiago, di fronte alla sede della radio, stazionarono, sedute su una panca, come in un ufficio di collocamento in attesa di qualche chiamata, una Carlucci, quella che poi s'è riciclata come parlamentare - dove in molti si sono riciclati, finendo lei a fare anche il sindaco di Margherita di Savoia, in Puglia, ad un tiro di schioppo dal nostro paese natio, Trinitapoli - ed anche una bravissima attrice, come Milena Vukotic, in attesa che la rete diretta allora da  Giuseppe Rossini offrisse loro, tramite il dirigente incaricato di seguire il programma. Minasi, una qualche comparsa. Attesa inutile, perchè a Minasi, ma anche a Mentana ed a noi stessi chiamati a collaborarvi, con contratti già firmati, apparve subito che sarebbe stato un aborto e perciò non partì neppure. Cosa che alla formidabile idea di programma di UOLTER, non sarebbe mai potuto accadere; nè accadrà nonostante il flop. Ti pare?

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