sabato 6 agosto 2016

'MENEFOTTISMO' di STATO. Governa l'algoritmo da Franceschini alla Giannini

Se gli fai notare che l'algoritmo, al quale ormai si demanda ogni soluzione in qualunque campo, per quanti problemi riesca a risolvere, un numero molto maggiore ne crea, e soprattutto non tiene conto delle vite delle persone, ti ride in faccia chi è al potere, forte del 'menefottismo' di Stato.
 In questo gioco  si è addestrata da tempo anche 'faccia d'angelo' Madia con la sua riforme della Pubblica amministrazione che vorrebbe portare efficienza e merito nello Stato ed invece aggiunge disfunzioni a disfunzione e malcontento generale anche nei dipendenti pubblici che il loro dovere l'hanno sempre fatto.
 D'ora in avanti -  ha tuonato 'faccia d'angelo' - i dipendenti pubblici possono essere spostati non di posto o lavoro ma anche di città e regione. E se non accettano perdono il posto, E al posto fisso possono dire ormai addio per sempre. E dunque anche l'ultima ragione per non valutare ( e premiare... tale promessa irrealizzata se la passano come infame testimone da ministro a ministro, e nella scuola da molti anni!) il merito dei dipendenti pubblici scompare. Ricorrerà anche 'faccia d'angelo' ad un algoritmo che la liberi da ogni responsabilità nei misfatti che si vanno  ordendo a danno dei cittadini?
 Ora, dopo l'algoritmo messo in atto da Salvo Nastasi nel settore dello spettacolo - non dimentichiamoci mai il nome di questo illustre manager di Stato i cui danni  prodotti nel settore dello spettacolo per anni ed anni dovremo ancora subire, complice l'incapacità e l'incompetenza dei ministri preposti!-  l'algoritmo al quale egli demandava - falsamente - la valutazione 'di merito', non 'di qualità', dei singoli richiedenti il FUS e la conseguente assegnazione dei contributi (o finanziamenti);  ad un algoritmo ancora  la ministra Giannini affida l'assegnazione della cattedra di uno stuolo infinito di insegnanti, il cui stipendio come si sa fa gola a tutti, e che di fatto verrebbero spostati , baracca e burattini, anche quelli con famiglia, dal sud al nord del paese, sradicandoli o mettendoli nella condizione di separarsi traumaticamente dalle loro famiglie.
 Di tutto questo la ministra Giannini,  seconda solo alla Gelmini per 'menefottismo' di Stato, non si cura.
 Noi che nella scuola abbiamo lavorato per una quarantina d'anni e, fortunatamente, abbiamo avuto sedi di lavoro non disagiatissime rispetto a tanti nostri colleghi (avendo insegnato nei Conservatori di Firenze, Perugia, L'Aquila, oltre che nella più 'comoda Roma' dove da sempre viviamo) che dal sud avevano incarichi al nord o nelle isole - incarichi costosi, anzi dispendiosi, che noi, nel nostro piccolo 'spostamento' abbiamo potuto sopportare anche perchè ci siamo guadagnati sempre da vivere, dopo aver ottemperato con dedizione e senza negligenza al primo, quello dell'insegnante, con un secondo lavoro che ci ha permesso di proseguire il primo senza essere ridotti in miseria) abbiamo tante volte pensato che per le poche migliaia di insegnanti di Conservatorio, non sarebbe stato tanto difficile evitare o ridurre al minimo questo pendolarismo senza senso, ridisegnando attentamente la mappa delle cattedre e dei oro titolari e cercando di ridurre al minimo i disagi  di ogni genere compresi quelli economici che simili spostamenti  producevano. Ma evidentemente il 'menefottismo' di Stato lo ha impedito; e quando il problema si pone, come ora, su scala più vasta, per lavarsene le mani, ci si affida ad un cieco  e deficiente algoritmo.
Il cui utilizzo, nel caso dello spettacolo, Nastasi, sostenuto da 'mezzodisasatro' Franceschini, giustificava con l'eliminazione di favoritismi ed imbrogli. Vagli a credere!

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