lunedì 6 giugno 2016

Mauro Meli ha portato bene al sindaco Zedda, l'unico rieletto al primo turno, che non voleva il suo ritorno a Cagliari

Protettore, anzi protettrice di Mauro Meli, ai tempi del primo ritorno a Cagliari, dopo gli anni d'oro ( d'oro anche e soprattutto per lui  e per tanti altri - chissà come li avrà spiegati nel suo recente libro che non abbiamo ancora letto) non era Zedda ma la Barracciu, messa otto inchiesta a Cagliari per spese esagerate quando era alla Regione e chiamata a Roma con un incarico ministeriale, per sfilarla dal fuoco amico sardo, dal suo protettore Renzi. Zedda ha visto Meli sempre come fumo negli occhi, e figurati se lo voleva  ora nuovamente in casa.
Poi il nuovo sovrintendente, Orazi, dal passato non proprio gloriosissimo, comunque un buon prodotto da esportazione, specie  quando la sua destinazione è l'isola che  non sempre è attraversata dai clamori che spazzano, come il vento sardo,  il continente, l'ha chiamato come direttore artistico e Meli è di nuovo a Cagliari, dove alle amministrative di ieri, il sindaco uscente di Sel, Zedda, fra i più giovani del paese, è stato rieletto, unico in Italia, al primo turno. E lo zampino di Meli, improvvisatosi grande elettore e collettore di voti non può essere stato estraneo a tale vittoria, inattesa.
 Da tempo, ormai,  della Barracciu, da quando Renzi le consigliò di dimettersi da sottosegretario del Ministero dei beni culturali e di eclissarsi per un pò, fin quando la buriana giudiziaria non passa, abbiamo perso le tracce e non abbiamo più notizie. Si sarà ritirata in qualche eremo per espiare la sua colpa di amministratrice spendacciona con i soldi degli altri, oppure, come spesso fanno i giornalacci, non abbiamo più sue notizie, dopo che magari è stata assolta dalla magistratura? Quali che siano oggi le sue condizioni, e se sia stata o meno ripulita la sua fedina penale e politica, d'ora in avanti, anche se Zedda, non crederà ai suoi occhi,   deve ammettere che senza il suo nemico di sempre, tanto caro alla Barracciu, forse non avrebbe ottenuto la vittoria al primo turno.
 Perciò rifletta Zedda, e alla fine del mandato di Orazi, rimetta Meli a fare il sovrintendente del suo teatro, perchè  come lo ha ha fatto lui in passato nessuno potrà più farlo in futuro. Qualche spesa di troppo? La fama ha un costo, diceva Gianpaolo Cresci e può ripetere Mauro Meli.

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