mercoledì 1 giugno 2016

Finalmente due buone notizie: Franceschini si spende in Europa per l'EUYO; Daniele Gatti in marcia verso la direzione stabile all'Opera di Roma

Se non avessimo i piedi ben piantati in terra e la testa sulle spalle potremmo avere uno scatto di superbia; perchè la cronaca quotidiana del mondo della musica, ci fa pensare che più di qualcuno sta a sentire ciò che quotidianamente gli andiamo dicendo dal nostro blog -  da questo, in veste di 'Menestrello' -  e che ci prende in seria considerazione, agendo di conseguenza.
 L'ultima notizia, che fa al nostro caso, ce la fornisce oggi il solito portavoce dell'Opera di Roma, e cioè Valerio Cappelli sul 'Corriere'; lui racconta anzitempo,  prima che i fatti si verifichino, quel che gli frulla nella testa a Fuortes e Vlad, suoi confidenti privilegiati, in cambio della strenua difesa, nella quale Cappelli s'è imbarcato,  dell 'attuale corso dell'Opera.

Ciò che oggi  ha raccontato Cappelli, sembra la risposta a quello che più d'una volta abbiamo scritto in questa settimana sul nuovo corso dell'Opera di Roma, un nuovo corso che non si dà con una Traviata  modello 'hollywood/haute couture', bensì mettendo basi forti  e durature al settore musicale. Un teatro con orchestra stabile, non si può dire sulla strada della vera riforma, dell'atteso riscatto - necessari per il teatro della Capitale, ancora lontani dal traguardo - senza la presenza di una guida stabile, di valore, dell'orchestra. Fuortes può continuare a dire, per bocca di Cappelli, che ha portato a Roma i registi della scena internazionale ed altri artisti, ma senza un direttore di valore, e dei cast all'altezza dei compiti, l'Opera di Roma il vero autentico salto di qualità non lo farà mai; e non serve tirare in ballo ad ogni occasione quel fasullo incarico di 'direttore onorario a vita' a Muti, che certamente  non lo riporterà sul podio di quella che fu la sua orchestra una volta.

Ancora ieri  abbiamo scritto della necessità per il teatro di dotarsi di un direttore stabile, ed oggi Cappelli, fingendo di interpellare Daniele Gatti ( che dirigerà il Wagner inaugurale della prossima stagione), ma in realtà rendendo pubblico un progetto che si va concretizzando, della dirigenza dell'Opera, fa capire che, dopo il suo primo impegno a Roma, in novembre, potrebbe venire l'annuncio ufficiale del suo nuovo incarico che non confligge con quello importantissimo di Amsterdam (Concertgebouw), giacchè proprio Roma ha da tempo  un altro preclaro esempio di doppia direzione, con Pappano a Santa Cecilia, ed insieme alla Royal Opera House di Londra.
 Siamo felice di sapere che il nostro consiglio sia stato accolto e che  se attuato metterà la parola fine alle traversie di Gatti nel nostro paese: dato prima alla Scala come successore di Barenboim, trombato da Chailly, poi a Firenze come successore di Mehta, da Luisi. Insomma Roma sarebbe la giusta riparazione, e per il teatro della Capitale sarebbe davvero l'inizio della rinascita vera, che non può essere affidata al sarto Valentino e  alla regista Sofia Coppola - i quali possono solo dare una mano - bensì ad un direttore d'orchestra.

L'altra bella notizia viene dall'Europa, dalla recente riunione dei ministri della cultura dei 28 paesi che costituiscono l'Unione europea.
 Anche in questo caso, ma non vogliamo attribuirci anche meriti internazionali, una positiva soluzione ad un fatto per il quale avevamo gridato allo scandalo, segnalando la insensibile distrazione del mondo musicale italiano e pure della veneranda Associazione nazionale dei Critici Musicali.
 A settembre avrebbe chiuso definitivamente battenti e attività la gloriosa, straordinaria EUYO ( European Union Youth Orchestra, già ECYO), per  la mancanza di fondi e l'evidente insensibilità dei 28 paesi dell'Unione  verso la musica e il progetto di quell'orchestra giovanile superlativa voluta da Abbado. Accogliendo un invito del nostro ministro Franceschini, gli altri 27 ministri hanno deciso di continuare a finanziare quell'orchestra fiore all'occhiello della Europa della cultura e concreta speranza per i giovani musicisti dei nostri paesi.

Solo che... il ministro Franceschini non può farsi bello all'estero e poi in Italia lavorare di fatto per la distruzione della musica, come ha fatto l'anno scorso, su consiglio del fidatissimo Nastasi con la gran parte delle associazioni musicali ( negando loro il finanziamento) e come sembra abbia intenzione di fare nel prossimo futuro con quella che lui chiama 'riforma' della fondazioni liriche,  ma che  in realtà sarà il loro 'funerale'.  Così facendo, questo ministro dalla doppia faccia e personalità avrà dalla sua parte tutta l'Europa, e in Italia potrà fare sfracelli.

Infine, a proposito, delle 'creature' di Abbado: perchè non fa nulla per far rivivere l'Orchestra 'Mozar't, vero la quale il suo ministero è sempre stato 'matrigna', mentre, invece,  madre accorta e benevola c è sempre stato on l'Orchestra 'Cherubini' di Muti?

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