mercoledì 29 giugno 2016

A Rieti un Festival - Reate Festival - che, se si farà, sarà quasi un REATO

A Roma Tronca rende pubblico l'elenco degli assegnatari del finanziamento comunale per l'Estate romana, alla fine di giugno, ed a  festival e rassegne già avviati - come giudicare il suo comportamento l' abbiamo scritto nel post precedente.
A Rieti si bandisce, in febbraio, un concorso di esecuzione musicale ( termine di presentazione delle domande  metà luglio), da parte della Fondazione Teatro Vespasiano, di cui è presidente Gianni Letta - vi dice qualcosa questo nome?- sovrintendente Lucia Bonifaci, protetta dell'ex sottosegretario che, è ben noto, ha braccia e mani tentacolari, e direttore artistico Cesare Scarton ( infilato lì da  Bruno Cagli, primo direttore del festival). Il Concorso che chiama in causa i 'migliori allievi' o  neo diplomati dei nostri Conservatori (ma la ragione vera è quella di procurarsi manodopera musicale a bassissimo costo) si svolgerà alla fine di settembre , dal 26 al 30, e i vincitori parteciperanno , oltre che ricevere una somma in denaro, alle manifestazioni del festival che si svolgerà fra settembre e ottobre( a settembre i vincitori non ci saranno ancora!) Non è una  burla, un imbroglio, quasi un reato?
 Le prove del concorso ( riservato a singoli e gruppi, strumentisti e cantanti: insomma tutti quelli che potrebbero servire per animare le serate della provincia romana, con finto festival classico), ne siamo quasi certi,  costituiranno parte integrale del 'Reate' Festival - un nome un destino - mentre del programma del festival medesimo non consociamo ad oggi neanche un appuntamento.
 Perchè sono lontani tempi degli inizi del festival, sempre spinto e benedetto alla nascita da Letta, con il favore di Nastasi, ministro Bondi, quando  veniva presentato addirittura in locali ben noti del Parlamento, in pompa magna (allora il direttore artistico era Bruno Cagli) disponendo di fondi ben superiori agli effettivi meriti, ed essendo il festival, al quale partecipava compatta l'Accademia di Santa Cecilia, un modo per fare arrivare altri finanziamenti nelle casse ceciliane.
Poi i soldi hanno cominciato a scemare, e l'Accademia, come volevasi dimostrare,  si è sfilata;  e a guardia del festival e della fondazione, sono rimasti i due protetti di Letta e Cagli (e cioè Bonifaci e Scarton) e il festival va a farsi benedire.
Per convincersi che non esageriamo basta scorrere il programma dell'edizione passata, 2015 (  in due mesi e passa di programmazione,  appena una quindicina di appuntamenti, dei quali  solo  tre o quattro in tutto hanno una loro dignità e peso, naturalmente con gli interpreti quasi in pianta stabile al festival  (Flavio Biondi) suggeriti dall'Accademia di Santa Cecilia , già di Cagli) per capire che si tratta di un festival inutile, di poco conto, a fronte di una spesa, ridotta rispetto al passato, ma  sempre troppo alta e spropositata.
 Che accadrà quest'anno? Il Concorso  musicale,  che serve a mascherare un vuoto di idee, ed anche di fondi, come se ne avevano a disposizione un tempo ed ora non più,  costituirà il grosso del festival assieme ad altre quattro cose per dare fumo negli occhi.

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