giovedì 17 marzo 2016

Non è solo Roma ad aver bisogno di un cura, ma i molti che si sono candidati a somministrargliela. Una cura di capoccia

Non riusciamo più neanche a ridere, perché la cosa si sta facendo molto seria, se non tragica per la povera Roma che necessita di cure forti ed immediate.
Ogni giorno la cronaca ci racconta di un nuovo medico volontario che si prefigge di prestare alla disastrata città, le cure necessarie. Il tragico è, però, che quasi  nessuno  di questi medici volontari  ha fatto gli studi necessari e propedeutici all'esercizio di tale professione.
 Ora sotto inchiesta ed osservazione è forse uno dei medici volontari che, a dispetto delle gaffe, inanellate in rapida sequenza (ma, come sempre, alcune di queste  nascondono verità sacrosante e toccano il punto della questione) ha dalla sua parte  qualche numero per candidarsi a vegliare al capezzale della Capitale preagonica, e cioè quel Bertolaso, medico di professione, già a capo della Protezione civile, abituato a gestire emergenze.
Che però, prima con l'uscita sulla città terremotata che lui sa come far risorgere  - che ha generato vivaci proteste nella popolazione aquilana, a nostro parere ingrata;  perchè sì la ricostruzione, cosiddetta, ha creato quei mostri urbani che sono le cittadelle satellite, però tutti gli sfollati, ed erano tanti, hanno trovato in breve tempo una sistemazione provvisoria, certo non la migliore, ma comunque una sistemazione; e che, inoltre, se qualche azienda, con la benedizione del premier di allora, Berlusconi ed anche degli amministratori, incapaci, del capoluogo abruzzesse, hanno fatto affari con la tragedia, non incolpiamo anche di questo Bertolaso - e poi con quella sulla Meloni si è messo, senza aver detto niente di grave,  tutti contro. Cosa c'è di così irrispettoso e sconvolgente nel dire che la guida di una città disastrata, terremotata, qual è Roma, è impegno troppo gravoso per una giovane donna, in maternità,  e che non ha nessuna esperienza di governo della città?
Gli si sono rivoltati contro tutti, oltre l'interessata, perfino la Santanchè - che a Berlusconi ha detto: stai zitto tu!- la Boldrini, paladina dei diritti delle donne - ed anche la signora Franceschini, al secolo Michela De Biase, che ha fatto la consigliera a Roma  prima e dopo il parto, senza problemi.
Tutta questa sceneggiata per apparire ad ogni costo,  'corretti politicamente' mentre invece la scorrettezza in questo caso sarebbe d'obbligo, come ad esempio ha fatto notare per il caso della candidata Bedori a Milano, il nobel Dario Fo, quando ha detto pubblicamente di lei che  ha troppo poco tempo per imparare a fare il sindaco prima di cominciare.
 E' questa la vera tragedia di molti candidati volontari a tentare una cura da cavallo per Roma, ammalata grave, per la quale gli unici che hanno le carte in regola per bussare alla porta dell'ammalata, disastrata, terremotata e inquinata Capitale, sono Bertolaso e Giachetti. Tutti gli altri no, per la salute e la salvezza di Roma, neanche la Raggi, acqua e sapone e basta.

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