martedì 15 marzo 2016

Non c'è pace per Roma, ma anche per Napoli e perfino per MIlano

Le prossime elezioni amministrative, che interesseranno almeno quattro grandi città italiane ( Roma, Milano, Napoli, Torino), non fanno dormire sonni tranquilli a nessuno. Ma soprattutto ai romani che si vedono trattati come  un laboratorio sperimentale, affidato per la  gestione ad incapaci patentati.
 In questi giorni, alla tragicommedia delle candidature romane si sono aggiunte le polemiche a Napoli ( Bassolino o Valente) su possibili brogli, e  a Milano, dove la candidata 'cinque stelle' scelta con un referendum della rete dai grillini (forte dei suoi 70 voti su trecento votanti) ha deciso di ritirarsi dalla corsa, e bene ha fatto, ma non per le accuse che lei  ha mosso, bensì per la consapevolezza che già due candidati forti esistono a Milano e che la sua sarebbe stata una sconfitta durissima e certa, ma anche - e questo le fa onore - avendo preso coscienza del fatto che non ci si può improvvisare amministratori di una grande città, solo perchè si è stati scelti dalla rete, che pullula di altrettanti improvvisatori.
 Ma Roma è la città dove la bagarre, a destra e sinistra, è massima.  Per la sinistra sarebbe stato indicato Giachetti, un uomo che conosce la città, e che ha fatto parte di una cabina di regia cittadina , guidata da Rutelli, al tempo del Giubileo del 2000. Ma Giachetti non piace alla minoranza del partito ed alla sinistra sinistra, le quali gli stanno sparando contro un siluro che rischia di far vincere il candidato, quale che sia, già debolissimo delle destre, o  quello dei cinque stelle, la giovane avvocato che s'è attirata già le simpatie  della cittadinanza e della stampa, dopo quelle della rete, sopite le polemiche della prima ora, incuranti delle sue effettive capacità di guidare una grande città.
 Perchè nella destra, dopo un apparente consenso delle numerose anime di quel movimento, sono riemersi i contrasti, sul nome proposto da Berlusconi, e cioè Bertolaso. Prima s'è sfilato quel genio assoluto della politica che è Salvini e poi anche la Meloni che alla fine, dopo l'ennesima gaffe di Bertolaso ('faccia la mamma'!), ha deciso di scendere in campo con tutto il pancione. Tralasciamo, per carità umana, le  altre candidature - da galera o  da ricovero - della Pivetti o della Dalla Chiesa, proposta anche dalla Meloni.
 E già, Bertolaso. Sarebbe una delle poche persone, sulla carata, in gradiodi governare una città difficile come Roma, se non altro perchè ha governato le continue emergenze italiane: ma sembra ogni giorno lavorare contro se stesso: ogni qualvolta apre bocca fa una gaffe, esattamente come il suo sponsor Berlusconi. E allora, pur riconoscendogli tutte le capacità che ha, temiamo di dover passare buona parte del tempo a correggere o precisare le idiozie che gli sfuggono ogni volta dalla bocca.Che almeno taccia fino alle elezioni, se resta in pista.
 A Roma come a Napoli c'è un altro fronte di discussioni e contestazioni fra le varie forze politiche, quello delle cosiddette primarie, per le quali ogni giorno si inventa un nuovo nome.  Si contesta il numero dei votanti e la correttezza degli scrutini. C'è stato anche chi , come il senatore Augello, a capo di 'Cuori italiani' ( meglio 'cuori solitari', vista l'emarginazione del senatore dalla vita politica) ha contestato l'esattezza del numero dei votanti, facendo sottintendere che anche su quello c'è stato un imbroglio, secondo i suoi calcoli. Insomma, non c'è chiarezza  e certezza su nulla. Si può in queste condizioni andare a votare? No! E l'astensione cresce.

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