sabato 5 marzo 2016

La Fondazione Claudio Abbado - figli ed esecutore testamentario - sceglie Berlino per trasferirvi l'archivio del musicista. Bocciata l'Italia

Cominciamo col dire che la decisione dei figli di Abbado - Daniele ed Alessandra - di spedire l'archivio del loro padre alla Biblioteca nazionale di Berlino,  a portata di mano dei Berliner Philharmoniker, che lo ebbero direttore per molti anni, nonostante che abbia qualche ragione di opportunità, non ci piace affatto, per le ragioni che i due rampolli che un pò conosciamo, direttamente o indirettamente, hanno addotto  a sostegno di tale decisione.
 No Milano perchè, in fondo, il loro padre, dopo essersi formato ed aver mosso i primi passi ed aver avuto il primo importante incarico alla Scala, andò via sbattendo la porta, molti anni fa, e non ci è più tornato, salvo una fugace apparizione  nel 2012 .
No Bologna, dove Abbado ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, e dove ha messo su l'ultima sua creatura 'giovanile', l'Orchestra Mozart; ma qui non abbiamo capito perchè.
E no Ferrara, dove Claudio Abbado per anni,  a cominciare dagli anni Ottanta  ha avuto una sua residenza con l'Orchestra europea, altra sua creatura musicale, ma dove ha trovato lavoro a sua figlia Alessandra... ed anche qui la ragione non  ci è chiara.
 Per Milano s'è ascoltata anche la voce di Filippo Del Corno, compositore ed assessore alla cultura del gabinetto Pisapia, e ovviamente in buoni rapporti con gli eredi del maestro, nonchè esponente dei salotti buoni della capitale lombarda, che ovviamente ha detto di essere d'accordo con la decisione autonoma degli eredi del maestro -  che ha anche altri due figli più piccoli, rispetto a Daniele ed Alessandro - perchè, in buona sostanza, Berlino 'fa buona guardia'.
Cioè - ed è lì'unica ragione che capiamo e possiamo condividere - andando a Berlino tutto il lascito 'musicale'  (soprattutto partiture, libri, corrispondenza poca) di Claudio Abbado sono sicuri che verrà catalogato, come sottoscritto dagli affidatari, e digitalizzato, cosa che in Italia, con i chiari di luna attuali, nessun'altra istituzione avrebbe garantito nei modi e tempi assicurati dai tedeschi.
 Noi stessi, si parva licet... ,quando abbiamo deciso di donare ad una biblioteca una decina di lettere manoscritte che Stockhausen ci scrisse ai tempi della nostra direzione di Piano Time, abbiamo subito deciso per la biblioteca musicale dell'Istituto Storico Germanico di Roma, perchè siamo sicuri che quelle lettere  in quello straordinario centro di cultura e di studio saranno conservate e rese accessibili nella migliore maniera  possibile.
 Ma noi che non abbiamo ricevuto nessun favore nè dal celebre istituto romano, del quale però in tante occasioni abbiamo potuto verificare di persona l'efficienza e la cortese sollecitutdine, nè da nessun altro, essendo liberi di fare dono delle nostre cose a chicchessia, abbiamo scelto secondo un nostro personale insindacabile parere.
 I figli del maestro, specie i due più grandi, Daniele il regista e Alessandra la manager, non possono dire altrettanto. perchè- senza timore di essere smentiti - in Italia, in nome del padre, hanno ricevuto opportunità come in nessun altro paese, neppure in Germania. E allora avrebbero dovuto tentare altre possibili strade, giustificare altrimenti la scelta senza quel  tipico atteggiamento riprovevole di chi sputa nel piatto nel quale ha mangiato e continua a mangiare.
E la figlia Alessandra - come abbiamo scritto alcuni giorni fa - perchè ora che suo padre è morto, non continua a lavorare per l'ultimo suo progetto rappresentato dalla 'Mozart'  - dove lei ha trovato lavoro per anni - che ora faticosamente si tenta di far risorgere?
 E Daniele, regista, lavora all'estero come in Italia? Ce lo dica se sbagliamo.
Spunta poi una collaborazione con l'Accademia di Santa Cecilia, guidata dal loro parente Michele Dall'Ongaro che dovrebbe avere un accesso 'privilegiato' all'ARCHIVIO BERLINESE. Ma come fa se, notizie degli ultimi tempi, il personale della Bibliomediateca ceciliana è stato ridotto all'osso al punto che  neanche la normale attività di consultazione e studio è oggi garantita?

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