mercoledì 23 marzo 2016

GENERAZIONE ERASMUS. Perchè attendere le disgrazie per mostrarcela?Basta con i Prato e con i Foffo, che pur ci sono

Senza le tragedie che purtroppo ogni tanto funestano anche le vite dei nostri giovani migliori, di questa generazione che si muove  come 'cittadina del mondo' non sapremmo quasi nulla. E pure in diversi ordine di scuola,   specie dalle superiori all'Università, la parola ERASMUS ha quasi un suono magico che soddisfa le aspirazioni di conoscenza e di convivenza dei giovani, senza preclusione di razza, stato sociale, religione.
 Questa generazione dagli schermi televisivi o dalle pagine dei giornali è assente, salvo che...
 ... quando arriva la dannata tragedia, come quella delle ragazze in Spagna, dove scopriamo la sua esistenza, come avvenne anche dopo la strage parigina dello scorso 13 novembre, quando tutti restammo attaccati agli schermi televisivi anche attratti dalla bellezza, bellezza vera, della nostra Solesin, la fidanzata ideale di qualunque giovane di tutti i paesi del mondo, caduta in quel macello disumano, mentre  stava effettuando un dottorato a Parigi.
 Oggi, con l'ennesima tragedia, quella spagnola, i giornali e le televisioni, nel parlare di queste nostre giovani che studiavano all'estero - tutte fra i 20 ed in 25 anni - cadute  nel corso di una viaggio notturno, di ritorno da una festa a Valencia, hanno sottolineato che erano tutte belle, e non perchè abbiano superato, prima di  essere ammesse al programma Erasmus', un esame del loro aspetto fisico. No,  erano belle, tutte belle,  belle vere, perchè lo studio, la volontà di formarsi, di apprendere sapere genera e moltiplica bellezza, che va ad aggiungersi alla bellezza dei loro vent'anni.
 Perchè la tv - più colpevole dei giornali- non ce le mostra mai, preferendo ad esse, altre ragazze, della serie 'coscialunga', ' culo a mandolino', facce tirate e labbra già rigonfie, ma con occhi spenti ed espressione idiota? Perchè la tv, anche quella cosiddetta culturale pubblica che ha infiniti canali, fra Rai Scuola, Rai Cultura, Rai storia, non ne  parla mai, non le invita mai, non ce le fa conoscere se non quando sono distese in una bara, mostrandocene le foto formato tomba?
 Loro saprebbero, con tutta la loro bellezza, sposata a determinazione, a volontà di crescere,  di apprendere, di stabilire rapporti con tutti gli altri giovani del mondo, di impegnarsi nella 'redenzione' del pianeta, farci capire cosa sia e che cosa possa e sappia fare la giovinezza in un'epoca di grandi stravolgimenti, in un mondo squassato dal terrorismo.
 Di loro ci doverebbero parlare ogni giorno. Delle facce idiote, degli sguardi spenti, dei visi da catalogo del salumiere, pur se piantati cosce lunghe, tette modellate, e culi all'insù, siamo pieni e stufi, non interessano più.  Ora che  tutti hanno scoperto la bellezza della nostra migliore gioventù,  la mettano in vetrina, la mostrino anche per dissuadere le coscialunga nostrane dall'aspirare al mestiere della presentatrice, della cantante,  della modella, come alla partecipazione al 'grande fratello'.
 Voltiamo davvero pagina, profittando dell'ennesima tragedia.
 Sul 'Sette' del 'Corriere della Sera', Edoardo Vigna ha intrapreso un viaggio nelle grandi capitali europee per  conoscere e far conoscere  le personalità, le aspirazioni dei giovani che le popolano.  Continui  Vigna in  questo progetto, e le televisioni lo imitino.
 Imbecilli ed idioti ne consociamo fin troppi, anche fra i giovani, ora mostrateci anche  gli intelligenti ed intraprendenti a lungo descritti come secchioni e brutti, mentre oggi abbiamo scoperto che sono belli. Tutti.

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