mercoledì 16 dicembre 2015

Santa Cecilia al volo. All'Aeroporto romano di Fiumicino

Importata dall'Inghilterra, nazione di ben altra tradizione musicale rispetto all'Italia, giunge nelle nostre stazioni ferroviarie e negli aeroporti la consuetudine - meglio: la moda - di piazzarvi un pianoforte ( talora, come nel caso di Fiumicino, anche strumenti di pregio, come i Fazioli) per offrire ai viaggiatori, solitamente fuori di sè per i continui disservizi, una occasione di divertimento, o di semplice impiego del tempo, un passatempo gratuito a quelli che hanno più faccia tosta e sono affetti da mania di esibizionismo. soprattutto a questi.
Un pianoforte, solitamente verticale con seggiolino in dotazione, fissato con catene al pianoforte che invita a sedersi ed a strimpellare, salvo il caso in cui qualcuno, che il pianoforte lo sa suonare, non si decida a mostrare a tutti come si fa.
 Al punto che perfino la storica Accademia di Santa Cecilia, invia, per oggi, al Terminal 1 di Fiumicino, nientemeno che il suo direttore musicale Antonio Pappano accompagnato dalla 'spalla' della sua orchestra, Parazzoli, i quali suoneranno Brahms per la delizia di coloro che entrano ed escono dai negozi, o fanno la fila smadonnando per il controllo passaporti o che magari dicono fra sè e sè, anche qui ci dovevate rompere con questa musica?
 Santa Cecilia non voleva essere da meno della Scala che in autunno ha portato a Malpensa  L'elisir d'amore' di Donizetti diretta da Fabio Luisi, i cui costi forse ha sostenuto qualche sponsor (Mapei di Squinzi) ma i cui effetti sulla vita musicale del paese nessuno ha potuto verificare né calcolare.
 Gli stranieri che vengono in Italia vanno a sentire l'opera in teatro e non in aeroporto e gli italiani -compresi  Pereira,  che con Squinzi e rispettive consorti sedevano ai tavoli di un bar dell'aerostazione, a bere drink e spizzicare salatini e tortillas al pomodoro - si saranno chiesti. ma chi sono questi matti ed hanno tirato dritto.
 Sarebbe bello sapere cosa l'Accademia di Santa Cecilia spera di ricavare da queste iniziative senza senso, oltre quello di ingraziarsi le società 'Grandi stazioni' e ADR dell'aeroporto, che siedono - forse- nel CDI della Fondazione. Per il resto verrebbe da domandare ai dirigenti dell'Accademia perché richiedono il massimo silenzio  durante i concerti e perchè combattono con tutte le forze la concezione per cui la musica è sottofondo o  mezzo di intrattenimento.

Nessun commento:

Posta un commento