venerdì 11 dicembre 2015

Rassegna di musica sacra a Roma, durante il Giubileo. Cose mai udite!

Se uno pensa ad una rassegna di concerti di musica sacra con cadenza regolare e ravvicinata, come molti sono stati indotti a pensare leggendo l'enfasi con cui è stata annunciata l'iniziativa dei 'Concerti per il Giubileo' da Fuortes, che non perde occasione per far parlare anche a sproposito della sua azione riformatrice  -  gli ultimi annunci riguardavano bar e ristoranti all'Opera di Roma, e  prossimamente forse annuncerà anche una pista di pattinaggio nel largo antistante il teatro - è fuori strada.
 Perchè nei fatti, benchè di una rassegna di concerti si tratti , i concetti annunciati da qui a maggio,  mentre per i mesi successivi e fino a novembre non si sa nulla e forse altri non ve ne saranno, i concerti annunciati sono quattro di  numero, in sei mesi circa. E tali concerti vedranno protagonisti, data la loro frequenza  così ravvicinata, uno ogni quarantacinque giorni, orchestra e coro del Teatro dell'Opera di Roma, il Coro del Pontifico Istituto di musica Sacra, ed il Coro della Cappella Sistina. L'unico elemento di pregio e di rilievo, in una rassegna che nessun altro rilievo e pregio presenta, è forse il luogo che ospita tali radi concerti, e cioè la Chiesa di sant'Agostino, nell'omonima piazzetta, con Caravaggio indimenticabile. Noi l'ultima volta che l'abbiamo visitata, tanti anni fa, alla fine degli anni Settanta, al punto che l'abbiamo quasi dimenticata completamente, fu al funerale di Nino Rota che abitava  a due passi dalla chiesa, in Piazza delle Coppelle.
 E se Fuortes se la canta e suona come vuole ( " un affascinante percorso che andrà dal Gregoriano. a ..," ha dichiarato il sovrintendente), non fa meglio Tronca, il superprefetto che oltre che cieco ( non si è accorto di aver emanato un decreto per la circolazione a targhe alterne in un giorno in cui c'era lo sciopero dei mezzi di trasporto pubblici!) sembra essere anche sordo, se arriva a dichiarare a proposito della rinomata rassegna, che si tratta di una iniziativa 'di grande livello culturale; perché attraverso la musica, nell'anno del Giubileo, la luce deve prevalere sulle tenebre. Quando ho visto questo programma sono rimasto colpito dalla straordinaria ricchezza delle scelte '. Non è fuori luogo tutta questa enfasi per quattro concerti quattro, in sei mesi, con tre istituzioni che mettono insieme le loro rispettive capacità e competenze?
Ci sembra di rivedere un film  già visto: quello sbandierato dall'Accademia di Santa Cecilia, che non partecipa a questa grande rassegna ( ma che fine ha fatto la serie di concerti per il Giubileo annunciata e mai resa nota?),  con il 'giro del mondo in tre orchestre', che poi erano in verità 'un'orchestra e mezza'. Ci sembra che in questi anni si sia del tutto  smarrito il senso della misura e del ridicolo.
 Che dovevano dire allora all'epoca del grande Giubileo del 1600, quando alla Chiesa nuova venne eseguita la 'Rappresentazione di anima e di corpo' di Emilio de' Cavalieri, un capolavoro commissionato al musicista romano, da poco rientrato nella capitale da Firenze, in occasione di quello storico giubileo?
 Oggi non ci sono soldi per fare qualcosa di analogo, perché quelli messi a disposizione, pochi comunque, si sono in parte  già spesi per tappare le infinite buche in città, e non tutte, e in cert parte se li sono fottuti tutti quei ladri di cui ogni giorno la cronaca racconta.

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