venerdì 11 dicembre 2015

La comunicazione al tempo del Giubileo. Anche Travaglio le spara grosse.

'Il fatto quotidiano' come tutti gli altri giornali, anzi peggio. L'altro ieri, in prima pagina, un titolo con foto, in tutta evidenza, diceva Olmi: "Questo Giubileo è un film sbagliato". 'Il regista curò l'Anno santo del 2000'. Il titolo rimandava a pag. 9 dove si leggeva l'intervista al noto regista, firmata da Carlo Tecce. E cosa si leggeva? Che Olmi elogiava Wim Wenders, chiamato a girare il 'film' dell'apertura della Porta santa in san Pietro, martedì 8 dicembre. Un film analogo a quello che lui, Olmi,  era stato incaricato di girare nel precedente Giubileo del 2000.  Nulla da dire secondo Olmi, salvo un piccolo neo: quella folla di giornalisti e fotografi alle spalle di Papa Francesco, mentre fa il suo ingresso nella Basilica, dopo aver sospinto i battenti, duri ad aprirsi, della Porta santa. Commovente invece l'incontro dei due Papi e promosso a pieni voti tutto il resto. Bravo Wenders! Questo in sintesi. Ma allora dov'è il 'film sbagliato' del titolo?  Travaglio, deve darsi una calmata. Se l'etichetta posta su un prodotto non lo definisce con esattezza, come nel nostro caso, al prossimo giro di acquisti quel prodotto verrà lasciato negli scaffali - in edicola, nel caso del quotidiano.
 Ma cominciano a circolare altre  informazioni, alcune inesatte; mentre altre sembrano essere taciute appositamente, mentre non dovrebbero.
 Le prime riferiscono di un ordine dato da chi sovrintendente alla sicurezza a lasciar passare più pellegrini (e, di conseguenza, ad accelerare i controlli) perché la folla di Piazza san Pietro, meno folta del solito, rischia di dare l'informazione preventiva che questo Giubileo, in fatto di pellegrini calati a Roma, sarà un flop. Attenti, la sicurezza in questo momento è molto più importante della piazza piena solo a metà.
 E poi ci sono notizie che i giornali non danno senza che se ne comprenda la ragione. Ci ha pensato a rimediarvi, la tv dell'intrattenimento. I barboni, o clochard,  accampati in centro e in luoghi comunque visibili, taluni anche con le proprie  roulotte o macchine da rottamare, sono stati trasferiti, di forza, in periferia. Il giornalista chiede ad uno di essi, fatto venire in studio, se l'operazione è stata dettata da ragioni di sicurezza. No, risponde più d'una volta il clochard al giornalista duro a capire: no, ci hanno detto che dovevamo sloggiare per non far vedere ai pellegrini che verranno a Roma, questo 'indecente' spettacolo, e che sarebbero tornati ai loro precedenti rifugi di fortuna, a Giubileo terminato. Che poi sarebbe lo spettacolo di chi non ha un tetto sotto il quale rifugiarsi, un letto nel quale dormire, un pasto caldo ogni giorno.
Ma allora? Quel Papa Francesco che parla di un Giubileo che deve servire per andare incontro ai poveri, e che fa costruire bagni sotto il colonnato per offrire un pò di ristoro a chi vive sotto qualunque portico, protetto da cartoni, all'aperto e non può mai lavarsi, è lo stesso Papa Francesco che chiude gli occhi su una simile disumana 'deportazione', per non far toccare con mano ai pellegrini il fenomeno della povertà? Papa Francesco, faccia sentire la sua voce, altrimenti la sua tacita complicità fa gridare vendetta.

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