venerdì 27 novembre 2015

Opera di Roma. Miracolo Fuortes.

Sugli altarini costruiti in città, nel teatro del Costanzi, ma anche dalle parti del Campidoglio e Palazzo Chigi - i tre siti archeologici, moderne catacombe - nei quali si venera la fortuna di Carlo Fuortes, stasera i suoi devoti fedeli aggiungeranno ancora un ex voto, per l'ultimo miracolo di cui si ha notizia: inaugurazione della stagione con un'opera di autore contemporaneo, Henze, composta negli ultimi cinquant'anni, anzi sessanta e data l'ultima volta alla Scala, nel secolo precedente.
 L'inaugurazione con l'opera di Henze è stata strombazzata più d'una volta anche in queste ultime settimane, ad opera del venerato Carlo Fuortes che ha elencato, con la modestia che lo ha sempre contraddistinto, che l'Opera sotto la sua protezione e devozione, è diventata la prima istituzione culturale della Capitale, avendo aumentato del 25% gli spettatori e portato a 10 milioni  lordi gli incassi. In un sol anno, il che ha permesso all'Opera di superare nei risultati perfino il suo precedente principato e cioè Musica per Roma e la fabbrica dell'Auditorium che , per Fuortes, resta sempre, anche se sorpassato, un modello.
E, infatti, appena archiviata l'inaugurazione di stasera, nella quale già si potrà vedere la rivoluzione che sta investendo sotto ogni aspetto il vecchio Costanzi, e cioè i nuovi bar e la nuova biglietteria, un'altra provvidenziale iniziativa pioverà in capo all'Opera: l'apertura di un ristorante, modello Auditorium, dove i ristoranti e bar, tutti in un sol mucchio, sono gestiti dalla ditta della figlia e del genero di Gianni Letta - per lo meno lo erano fino all'altro ieri, non sappiamo se ora, essendo Gianni Letta addirittura vicepresidente dell'Accademia di Santa Cecilia oltre che membro del Consiglio di amministrazione, per  ragioni di semplice decenza, abbiano mutato il gestore.
 Fuortes vuole impiantare all'Opera due o tre bar ed un ristorante per rifocillare anche gli animi dei suoi spettatori. E, per il ristorante, sta attendendo l'ok della sovrintendenza alla quale ha chiesto di poterlo impiantare, allargandosi notevolmente con nuova occupazione di suolo pubblico, nel piazzale antistante il teatro, ben noto a tutti per la sua inospitalità. Carlo Fuortes è certo che all'Opera di Roma ogni giorno piomberanno frotte di turisti e visitatori anche fuori dell'orario di spettacolo e ad essi egli vuole offrire, (con modica cifra, almeno si spera) un pranzo per rifocillarsi, ed anche un bar per il caffè d'ordinanza.
Come all'Auditorium - dove oltre le sale da concerto c'è un piccolo museo, ed anche una libreria,  e nei vari periodi dell'anno feste e festival d'ogni genere e piste di pattinaggio, e mostre agricole e floreali, con un gran concorso di pubblico specie nei fine settimana e nei giorni di concerto, ma in proporzione ridotta, anche negli altri giorni infrasettimanali - aspettiamoci altre insospettabili novità dalle prossime conferenze stampa, una a settimana, per annunciare l'idea di sempre più frequenti miracoli, poi per assicurare che sta lavorando per compierli, un'altra per  annunciare il 'fine lavori', ed infine una per l'inaugurazione. Dopo un mese ancora una conferenza stampa, estrema, per dirci che è stato un successo.
 Insomma l'Opera, che ha superato per incassi l'Auditorium, si rivolge ancora una volta ad esso per trarre suggerimenti onde allargare la massa dei fedelissimi di Fuortes, che sono già tanti, lo adorano e non si sono ancora ripresi dalla decisione di quei senzafede che  prima l'hanno candidato e poi non l'hanno  più voluto a reggere le sorti del Giubileo sotto il profilo della cultura, lui che vanta i suoi primi miracoli proprio nel campo dell'economia della cultura.

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