lunedì 30 novembre 2015

L'Opera di Roma non è più un carrozzone. Ma qualche asino c'è ancora.

A destra si legge: 'venite a vedere come è cambiato il pubblico dell'Opera di Roma', e a sinistra: 'male ha fatto il Presidente della Repubblica ( che non va neanche a Milano, alla Scala, per non offendere nessuno) e peggio il ministro Franceschini a disertare l'opera inaugurale della stagione 2015-2016 a Roma - The Bassarids di Henze, che si rivede in Italia dopo mezzo secolo e che perciò ha richiamato critici anche stranieri - perchè avrebbero constatato che il Teatro della Capitale non è più quel carrozzone che sempre si è detto e che è stato a lungo'.
 Ormai i giornali  elevano canti di gloria all'unisono, da quando si è intronato, all'indirizzo di Carlo Fuortes, il quale mai una critica negativa od un semplice appunto ha lambito, neanche marginalmente, da quando ha cominciato a Musica per Roma.  Perfino nei giorni caldi della sua pazza idea di 'esternalizzare' orchestra e coro - una vera IDIOZIA!- perfino in quei giorni le critiche erano sommesse e solo a giorni alterni per non infastidire il 'nerone dell'opera' - appellativo che si stava guadagnando sul campo - e alcuni giornali lo fiancheggiavano addirittura. DA NON CREDERE.
 Comunque dopo l'esperienza positivissima dell'opera inaugurale, l'Opera di Roma darà  ancora una accelerata sulla programmazione che guada all'oggi e al domani perchè diventi - come lo specchio di Martone, nell'opera di Henze - immagine perfetta del mondo contemporaneo e squarcio sul futuro che ci attende, come, per il futuro imprevisto, è accaduto  ai giovani, nell'opera di Adams, quando alzando gli occhi verso il soffitto, hanno visto il cielo, causa terremoto di San Francisco, ma la sala  del Costanzi non proprio piena.
 In questa prospettiva va letta la premiazione della nuova opera, uscita dal concorso di composizione bandito nel 2013, e concluso solo nel 2015 - poche settimane fa - del compositore Vittorio Montalti,  libretto di Giuliano Compagno, dal titolo ' Un romano a Marte', premiato con la bella somma di 20.000 (VENTIMILA!!!) Euro, per la cui colletta si sono prodigati  ENI, Deutsche Bank e Maite e Paolo Bulgari.
La quale opera verrà messa in scena nella stagione 2016-17, nell'ambito del progetto 'Contemporanea' che occuperà la stagione fra maggio e giugno a partire dal prossimo 2016, e dunque nell'estate del 2017, dopo cinque anni di attesa.
Quello della contemporaneità, insistiamo, è un pallino di Fuortes, che una analoga rassegna,  ma non di teatro musicale, faceva svolgere anche all'Auditorium ( al suo interno si son visti soprattutto volare gli elicotteri di Stockhausen, muoversi sincronizzati i 100 metronomi di Ligeti, o sentito suonare per ventiquattrore di seguito lo stesso pezzettino di poche battute di Satie), affidandone la realizzazione e progettazione a Oscar Pizzo, che è poi volato a Palermo, lasciando orfano il sovrintendente che invece si consola con Giovanni Bietti, che sì è portato dietro dall'Auditorium, per le lezioni di presentazione delle opere.
 Per arrivare alla proclamazione del vincitore ce n'è voluto di tempo, dopo l'uscita di Riccardo Muti, pezzo forte della giuria, la quale in seconda composizione, come previsto dal regolamento, dopo la prima scrematura, era composta dallo stesso Fuortes, in rappresentanza e  per competenza della cassa, da Alessio Vlad, perchè ci doveva necessariamente essere in coppia con Battistelli, che ha spinto per questo concorso, e poi il regista  Giorgio Barberio Corsetti e la poetessa Patrizia Cavalli.
 Insomma la prima giuria, pur senza Muti, ha decretato la terna di finalisti; successivamente un sovrintendente, ben due direttori artistici, un regista ed una poetessa, seconda giuria, hanno incoronato il vincitore

P.S. Per la seconda volta, a quei ciucci dell'Opera di Roma, vogliamo segnalare un errore madornale che ricorre nella home page del sito del teatro laddove si annuncia lo sbarco di Vinicio Capossela in teatro. Del musicista si legge che è 'band lieder'. Asini! si scrive 'band leader'. CORREGGETE!

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