mercoledì 16 settembre 2015

Je ne suis pas Charlie Hebdo

La satira deve essere libera di toccare qualunque cosa persona situazione. Senza eccezione e senza limiti. Non c'è cosa al mondo per la quale si debba dire: questa no! altrimenti che satira è.
Prenda in giro, ironizzi,  su tutti  e tutto: dal Padreterno all'ultimo disgraziato della terra, non risparmi nessuno, compresi i profeti, e i santi e la vergine Maria e Gesù Cristo, e il Profeta, e il papa ed i potenti della terra, da Obama e Putin alla Merkel.
Ha mano libera anche su chi porta dalla nascita handicap disumani - del resto gli stessi portatori di handicap tante volte sono arrivati a scherzare su loro stessi; sugli ebrei, che il mondo,  pur ironizzando su di loro, lo fa con una certa circospezione, sia perché rappresentano agli occhi della storia l'umanità ferita, sia perchè la loro potenza economica potrebbe mettere  in pericolo la stessa esistenza della satira. E ironizzino su tutti coloro che gli vengono in mente, perfino su loro stessi.
Charlie Hebdo, se ha coraggio, pubblichi una serie di vignette - infami, ma le pubblichi!- sui vantaggi derivati dall'assalto omicida alla loro redazione. Sì arrivi anche a questo e si superi anche ogni limite,  il più disumano. Non ci meraviglieremo, la satira dev'essere libera di andare dove vuole, nessun limite le può essere posto.
 Ma i bambini no. L'innocenza non va toccata, perchè così non si fa dell'ironia, la si viola, la si profana. E questo nessuno può farlo; non può neanche Charlie Hebdo - come purtroppo ha appena fatto, e non deve farlo mai più.

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