sabato 26 settembre 2015

il Cda e l'AD dell'Auditorium ancora nella bufera. E il Campidoglio contribuisce alla confusione

Stesso giorno, due giornali, due diverse, opposte valutazioni. Tutto ieri, le due principali testate giornalistiche nazionali, nel dorso romano di ambedue.
Sul 'Corriere' si leggeva che Musica per Roma, cioè l'Auditorium macina successi su successi, la programmazione non conosce soste, interruzioni ed ostacoli, con Fuortes sempre al timone; mentre pochi giorni prima  - crediamo sempre sul Corriere - si poteva leggere  che erano guai se non si risolveva immediatamente il problema della governance dell'Auditorium, ancora in alto mare, a causa delle vacanze estive dell'Ignaro Marino.
Il quale prima di partire non aveva firmato, ed avrebbe dovuto, i relativi decreti di nomina per l'AD e dei membri del CdA. In breve,  prima di Ferragosto, il Cda poteva essere di  16 membri; c'era già l'elenco, dentro ci avevano messo tutto il generone romano dei soliti noti, da Letta a Malagò, mentre dopo Ferragosto solo cinque; riduzione che ha messo in imbarazzo tutti, e prima di ogni altro lo stesso Campidoglio e Marino che non sanno come uscire da questo vicolo cieco e dove allocare tutto il generone, al quale, lo capiscono tutti, non si può dire: ci siamo sbagliati, andate a casa. Senonchè ieri  il 'Corriere' diceva tutto a posto all'Auditorium, anche se c'è il casino generale.
La 'Repubblica' che, specie nella cronaca romana, non è mai stata tenera con Marino - e chi potrebbe ragionevolmente esserlo con un sindaco scordarello, vacanziero, gaffeur e incapace, in una parola?- segnalava l'ennesimo vicolo cieco nel quale il caso Auditorium sta finendo per decisione  del capo di gabinetto di Marino, il quale avrebbe proposto, per rimediare al grave errore del sindaco, una soluzione così cervellotica ed astrusa che sicuramente aggiungerà confusione a confusione. Si dovrebbe convocare il CdA, in carica per la normale amministrazione, ed esso procedere non si sa  bene a cosa.A nominare il nuovo? E Marino? Boh!
 Il problema vero è che nessuno prende la palla al balzo per far dimettere Marino rimandandolo negli Stati Uniti, dove si trova in questo momento, magari in un ospedale, dove sicuramente farebbe meno danni di quanti ne sta facendo a Roma, in Campidoglio.
 Dove, a prescindere da ogni altro problema, si comincia già ad ipotizzare che la nuova giunta, insediatasi appena un paio di mesi fa, possa avere i giorni contati per divergenze di vedute macroscopiche fra il sindaco 'americano' e Causi e Genovese, due assessori 'pesanti' messi lì da Renzi.

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