venerdì 14 agosto 2015

Salvo Nastasi lascia la Cultura per Palazzo Chigi, dove sarà vice segretario generale. Con delega per Bagnoli?

E' una buona notizia? Sì, certo che lo è. Il 'grande & grosso' direttore generale libera finalmente la sua poltrona al Ministero del Collegio romano per insediarsi a palazzo Chigi. E questa buona notizia, oggi solo La repubblica la dà con qualche punta di sana critica. L'uomo padrone del FUS, così l'ha definito, ora andrà a fianco di Renzi, al quale forse l'ha raccomandato Nardella, fraterno amico di entrambi, come ha scritto qualche giornale.
 A proposito del FUS, sulla cui gestione, non da oggi, Nastasi è stato duramente criticato, per l'ultima assegnazione di contributi, quella del 2015 resa nota, con grande tempismo, alla fine di luglio, ha fatto ciò che non aveva ancora fatto. E ne ha fatte tante.
Ha esautorato anche sotto il profilo teorico la Commissione centrale musica ( il discorso vale anche per gli altri settori finanziati con il FUS) che, da notizie degli anni trascorsi, nei fatti esautorata lo è stata da sempre. Perchè era anche accaduto che una volta il direttore generale si presentasse con l'elenco dei contributi, redatto da lui, chiedendo l'avallo della commissione che, essendo da sempre composta da miracolati da Nastasi, l'ha concesso senza fiatare. Come nelle migliori democrazie.
 Quest'anno ha fatto di più. Ha affidato ad una società di consulenza esterna la valutazione ed assegnazione dei punteggi ai varie richiedenti, annullando così qualunque valutazione della Commissione di cosiddetti esperti. Uno dei quali, anzi una, Silvia Colasanti , impossibilitata ad esprimere qualunque giudizio di qualità sui richiedenti - che è poi la ragione per cui  esiste la commissione - ha deciso di rassegnare le dimissioni. Brava!
 Alla fine dei conti, Nastasi con i suoi accoliti ubbidienti, ha stilato la lista  dei contributi, una lista  ristrettissima, difendendosi che non aveva potere discrezionale, perchè i richiedenti  erano stati valutati  secondo dati oggettivi trasformati in numeri. Sta di fatto che moltissime istituzioni, alcune anche storiche, che da tempo immemorabile ricevevano contributi dal Ministero sono state quest'anno escluse. A seguito di tali immotivate esclusioni, il mondo dello spettacolo è in rivolta. E forse bene ha fatto Renzi a strappare Nastasi dalla Cultura prima che  una folla inferocita armata di megafono e striscioni del tipo 'abbasso Nastasi!',  ' Fuori Attila dalla cultura', ' Nastasi peggio della crisi mondiale' non si piazzi fuori della sede ministeriale e lo aspetti all'uscita.
 Ma forse tale dirottamento serve semplicemente a risolvere un problema del quale avevano scritto i giornali, e cioè quella del compenso. Che sinceramente non capiamo, ma che così abbiamo inteso.  Va a palazzo Chigi per non perdere il suo 'grande & grosso' stipendio e il premier lo invia come commissario a Bagnoli, pagandolo a Palazzo Chigi, cosa che forse  non sarebbe potuto avvenire solo con la sua uscita dal Collegio romano, sede dove fino ad oggi Nastasi era seduto sulla sua poltrona di direttore generale dello 'Spettacolo dal vivo'.
 Il nuovo rebus è chi Franceschini metterà al suo posto. Uno che ne sappia meno di Nastasi - non è difficile da trovare - od uno che faccia peggio di lui? Impossibile.

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