domenica 23 agosto 2015

Che succede al Rossini Opera Festival, oscurato sui giornali italiani?

Sabato si è conclusa l'edizione 2015 del Rossini Opera Festival con lo 'Stabat Mater' diretto da Michele Mariotti. L'edizione di quest'anno ha visto aumentato il pubblico, quasi 16.000 presenze, ed anche le entrate: 1.000.000 circa di Euro. Ed ha visto anche allargata la lista dei paesi dai quali provengono i suoi spettatori come anche i giornalisti ed i direttori di teatro. Praticamente non v'è paese al mondo che non abbia mandato un suo rappresentante fra il pubblico, e giornale straniero che non abbia inviato un suo redattore;  altrettanto numerosi i direttori di teatri e festival stranieri presenti. Insomma il Rossini Opera festival parla straniero - è proprio il caso di dirlo. E gli italiani? Tolta la Aspesi, senza il cui reportage da Pesaro pare che il festival non possa cominciare, i giornali italiani sembrano abbiano, tutti d'accordo, fatto la congiura del silenzio sul più blasonato festival d'opera italiano.
La ragione non sappiamo dirvela; noi constatiamo solo il caso, abbastanza strano per un festival che nei suoi lunghissimi anni di vita è stato un paradiso per  giornalisti  ed improvvisati musicologi. Quest'anno non più. Forse che il Festival non ha acquistato, come negli altri anni, le pagine 'Eventi' sui principali giornali, e per questo i giornali si sono vendicati, ignorandolo?
Sinceramente non possiamo giurare sulla presenza o meno del festival pesarese in quelle pagine,  finte 'redazionali', nelle quali il committente fa scrivere ciò che vuole - giusto, in fondo le paga! - nè osiamo pensare che senza quelle pagine, di colpo, sul più importante festival  operistico italiano  i giornali abbiano fatto cadere il più assordante silenzio. Ed anche su questo scambio orribile -  che sarebbe meglio chiamare: vendetta - non possiamo giurarci, anche se lo temiamo, senza meravigliarci né stupirci più di tanto.
Chi non crede che possano accadere simili cose sulla libera stampa della libera Europa, è pregato di riflettere a due episodi, uno italiano ( una rivista di musica, dedita quasi esclusivamente alle recensioni discografiche, per anni non ha recensito le uscite delle multinazionali del disco, perchè queste non facevano pubblicità su quella rivista. Ora non sappiamo dirvi se continui in tale politica o se sia mutata, perchè le multinazionali hanno ripreso a pagare la pubblicità) e l'altro francese - e riguarda l'Opéra di Parigi che avendo constatato che Le Monde  (sì, crediamo si trattasse proprio de Le Monde) recensiva sempre negativamente i suoi spettacoli, decise di togliere la pubblicità del teatro dal giornale. Dunque accade anche questo sulla libera stampa del vecchio continente  democratico.
 O sarà forse perchè i giornali sono più interessati a parlare d'opera, quando c'è una regia nuova, meglio se rivoluzionaria - come ad esempio è stata quella, a Taormina, del grande regista Stinchelli che ha aperto la 'Traviata' con la bella soprano straniera nuda, dalla testa ai piedi, davanti ad uno specchio, anche se di spalle; e a Pesaro quest'anno non c'era niente di nuovo e c'era anche il ritorno di qualche regia già vista; tanto della musica ai giornali importa quasi nulla: è sempre la stessa, che altro dire?
 Non potendo aggiungere altro a queste nostre sconsolate considerazioni, non ci resta che annunciare che la prossima edizione, quella del 2016, l'aprirà lo stesso Michele Mariotti che ha chiuso quella di quest'anno con lo 'Stabat', dirigendo 'La donna del lago' che molti anni fa costituì l'unica impresa direttoriale di Maurizio Pollini, convincendolo però a desistere per il futuro.
La regia sarà di Damiano Michieletto, che appartiene alla stessa agenzia di Michele Mariotti, In Art, un titolare della quale, già cantante, Ernesto Palacio, dall'anno prossimo sarà direttore artistico del Rossini Opera festival, al posto di Alberto Zedda, giunto alla verde età di 87 anni. Rooooof!
P.S.
 Un lettore di questo blog ci ha fatto notare  che il quotidiano L'Avvenire, a firma Giuseppe Pennisi, ha scritto del Rossini Opera Festival. Il nostro lettore ha ragione, ci scusiamo on lui ed anche con Giuseppe Pennisi, nostro collega ed amico. 

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