lunedì 18 maggio 2015

Maledetti vitalizi di cui i maestri del pensiero beneficiari non parlano mai.

In queste ultime settimane dei famigerati vitalizi di uomini politici a tutti i livelli si è spesso parlato. perchè innanzitutto dopo anni di discussione si è riusciti a toglierli a qualche decina di ex politici condannati per reati particolari. Poi anche perché il TAR del Lazio ha dato torto ai consiglieri regionali che gli si erano appellati a seguito delle decisioni della giunta Zingaretti di dare una stretta alla loro elargizione ed ai tempi della medesima. Infine, perchè il Presidente della Repubblica, con suo  decreto, ha tagliato  stipendi e cumuli per tutti i dipendenti del Quirinale, compreso il suo.
Dunque se si vuole gli organi costituzionali come  se li sono accaparrati (rubati) tanti privilegi possono anche toglierseli e restituire il mal tolto. e non solo per il futuro, ma cominciando dal presente ed andando anche al passato,  andando a toccare i beneficiari, alcuni - forse troppi- insospettabili. E che, sebbene parlino ogni giorno su tutto e tutti, taluni scrivendo sui giornali e pontificando anche sul pontefice, altri in tv interpellati perfino sul colore della m...  l'argomento vitalizio del quale beneficiano solo perchè sono stati in Parlamento per una sola legislatura, nel secolo scorso, continuano a percepire il vitalizio che loro schifano al punto che uno di tali maestri, Cacciari, interpellato da 'Libero' che sta dando addosso agli altri, ha risposto nella nobile lingua di Dante: che cazzo me ne frega a me del vitalizio. Che comunque riceve.(Se cominciassero a rinunciarvi loro e ad invitare gli altri a fare altrettanto, saremmo già a buon punto. Ma loro non lo faranno mai, questi profeti moderni).
 Fra i casi più eclatanti quello di Eugenio Scalfari, ricchisimo giornalista, fondatore di Repubblica, ma prima anche direttore ecc... ecc... oggi patriarca riconosciuto del giornalismo italiano, anche per la veneranda età,  che forse da più di quarant'anni percepisce il suo vitalizio, avendo accumulato una somma che supera di gran lunga i versamenti fatti nel corso del suo mandato parlamentare, poco più di 60.000 Euro, e che fino ad oggi ha ricevuto oltre 1.200.000 Euro.
 Dunque anche Scalfari, il ricco e potente giornalista, da quarant'anni lo mantiene in parte la comunità di cittadini. Non ha mai pensato barbapapà che sarebbe stato morale rinunciarvi? Lui forse obietterà che  da  quel vitalizio ha tirato fuori per anni la paghetta per le sue due figliole, prima che  le sistemasse, una al telegiornale di  mitraglietta e l'altra alla agenzia fotografica che lavorava anche per il suo giornale. Ma basta?
  No, ma lui su questo argomento  non vuole sentire ragioni. Perchè dovrebbe rinunciarvi? Già perchè dovrebbe? Solo perchè è un furto. E che rubino in tanti non giustifica nessuno. Non lo fa neppure oggi dietro la spinta di tanti cittadini che ritenendosi dei benestantti, a causa della loro pensione che supera, al netto, i 2000 Euro, hanno dichiarato, anche sulla sua 'Repubblica' che rinunciano, per il BENE del PAESE, alla rivalutazione sancita dalla Consulta che sta mettendo in ginocchio il paese, come vogliono  gli amici di Berlusca e Salvini ed anche Grillo, per i quali se si va tutti a fondo non importa, perchè servirà a prendere il potere per Grillo e Salvini, o per tornarci al potere, nel caso di  Berlusconi, che ancora ci pensa e nel frattempo manda avanti il suo capetto veneziano con casa anche in riviera amalfitana e altrove, Brunetta.
 I quali tutti si sbracciano dicendo che stanno svolgendo un compito importante per il paese e che per questo vengono ora ed in  eterno compensati e vitalizzati. Non è che il ruolo o compito più importante lo stanno svolgendo per loro stessi, per i loro interessi?
 Fa un certo effetto vedere in tv, quasi ogni giorno,  parlamentari o consiglieri regionali o sindaci, di ambo i sessi, che hanno subito vistosissime trasformazioni anche esterior i- vestono tutti griffati -  da burini quali erano ai primi tempi. Ci hanno colpito in passato i gemelli ai polsi di Fiorito, o le 'mise', ogni giorno diverse e sempre più di qualità delle varie Polverini o Gelmini, tanto per citarne due che  non ci vanno per nulla a genio, che prima delle loro carriere politiche sembravano, per come vestivano, delle poverette ed ora vogliono far vedere a tutti come si diventa, con i soldi pubblici, dei signori o delle signore.

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