martedì 26 maggio 2015

La sinfonia dei numeri 'zero' è la più eseguita nelle istituzioni musicali italiane

Il nostro blog - consentiteci un pò di civetteria - viene giornalmente visitato da oltre due-trecento, quando non anche quattro-cinquecento visitatori. E da alcuni di essi, non attraverso i commenti al blog medesimo, ma tramite mail indirizzate a noi, giungono commenti alle cose che leggono. Qualcuno ci ha detto: ormai per me è diventato un'abitudine, comincio sempre la giornata leggendo il blog 'Il menestrello', dove vi trovo ciò che non leggo altrove.
 Tutto questo ci riempie di gioia e ci ripaga del lavoro che quotidianamente ci richiede il blog, incoraggiandoci a non mollare.
 Ieri, a proposito di mail, ce ne è giunta una di un direttore d'orchestra, il quale ci ha detto di divertirsi molto alla lettura del blog. Ma anche di non divertirsi affatto, a ben riflettere. La ragione principale  è che gli è capitato di leggere che in  molti posti di responsabilità delle istituzioni musicali  italiane siedono signori 'nessuno', o zero' se si vuole.  Noi la storia la conosciamo molto bene e sappiamo altrettanto bene come sono nate e si sono sviluppate certe carriere,  molte  delle quali all'insegna di 'dilettanti allo sbaraglio'. Ne abbiamo scritto più d'una volta, facendo nomi e cognomi, come del resto li ha fatti - alcuni -  il nostro interlocutore. Che ce ne ha segnalati alcuni altri, dei quali pensava ci fossimo scordati, magari anche volutamente. Al che gli abbiamo risposto che bastava  che  fosse andata a rileggere tanti post sul nostro blog per constatare che non ci eravamo dimenticati quasi di nessuno. Per lo meno non volutamente.
 Altra cosa che non è sfuggita a qualche visitatore del nostro blog è  che noi non abbiamo nessuna remora ad occuparci anche di nostri colleghi che, per quattro soldi, lavorano al servizio delle istituzioni delle quali ovviamente scrivono sempre, ma senza ragione oltre quella economica, tutto il bene possibile. E, quando scrivono male, allo stesso modo, non se ne comprende la ragione.
 La critica, dagli artisti più intelligenti è ritenuta, se onesta, una sorta di cane da guardia dell'arte; certo se è prezzolata, quel cane non fa più la guardia, intento com'è a spolpare l'osso drogato che gli hanno buttato davanti alla cuccia.
Sarebbe bene che anche i musicisti uscissero allo scoperto e dicessero quel che pensano di certi critici e dei loro giornali, perchè da tempo se ne ne leggono davvero delle belle. Coraggio!

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