domenica 10 maggio 2015

Dalla tutele 'crescenti', che arrivano dopo anni, alle tutele 'accresciute', che arrivano subito all'istante, esclusive di privilegiati cittadini, anche al tempo di Renzi

L'espressione 'a tutele crescenti' è stata coniata in occasione del varo delle legge della riforma del lavoro: chi entra le mondo del lavoro deve abituarsi a non chiedere nè pretendere immediatamente di essere tutelato sotto ogni profilo. Le tutele ci saranno, ma a suo tempo. Ciò dovrebbe garantire maggiore flessibilità ed incoraggiare i datori di lavoro ad assumere, tanto... dopo qualche tempo possono sempre sbarazzarsi del lavoratore, in procinto di avere una qualche tutela.
Questo dicono i gufi di Renzi, mentre i suoi ciechi sostenitori sottolineano che i datori di lavoro, quando il lavoro c'è, che interesse hanno a non assumere? Se non assumono chi fa il lavoro che dà loro profitti? Il discorso fila, ma per vedere se fila anche la sua applicazione, occorre solo attendere qualche mese, un annetto forse; poi si vedrà.
 Mentre  nelle tutele crescenti, per i neo assunti, tutto procede con lentezza ( tre anni prima che un lavoro possa diventare stabile) e  gradualità, ci sono categorie di cittadini che il lavoro ce l'hanno già o che hanno incarichi elettivi o dirigenziali, i quali si vedono, velocissimamente, adeguate, ampliate le tutele che già avevano. Adeguamenti ed ampliamenti di cui non avevano certo bisogno, perchè già sufficientemente garantiti, a seguito di  incarichi dirigenziali od elettivi, come sappiamo, ben retribuiti.
 Coloro, tutti coloro i quali guadagnano già bene per permettersi una vita agiata ottengono, per effetto della loro posizione sociale, altri benefici di cui non hanno bisogno ed ai quali possono già provvedere con ciò che la società garantisce ed assicura, attraverso i loro stipendi o pensioni.
 Insomma sembra  reincarnata alla lettera,  dunque fuori dalla logica evangelica, il motto: a chi poco ha sarà tolto anche quello, a chi più ha sarà dato ancora. Perchè la logica evangelica intendeva,invece, distinguere fra chi fa di tutto per meritarsi  quello che ha ed anzi anche di più e chi invece resta 'immobile' a custodire quello che ha, senza metterlo a frutto. Secondo la quale logica è giusto che chi ha abbia ancora di più e chi non ha perda anche quel poco che ha.Se gli vogliamo togliere di nuovo anche il lavoro ai neo assunti, allora, addio core!

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