sabato 7 marzo 2015

Comincia con notevole anticipo il ballo dei direttori d'orchestra delle sedi più prestigiose

Anche i direttori d'orchestra ballano, danzano, verrebbe da dire; e i loro giri di valzer si decidono con grande anticipo, specie quando  l'invito al ballo proviene da una delle orchestre più blasonate , dai mitici Berliner Philharmoniker che sono gli  unici a decidere il nome del loro direttore  e la durata del suo incarico.
Sta per scadere l'incarico di Simon Rattle, il quale ha già dichiarato che dopo molti anni desidera cambiare aria. Da Berlino, nel 2017, alla scadenza del suo mandato, va a Londra, dove prenderà il posto di Valery Gergiev alla London Symphony, il quale si trasferirà a Monaco, alla Filarmonica, mantenendo ovviamente San Pietroburgo, perchè quella è la sua 'prima casa'.
 E fin d'ora, dunque con due anni buoni di anticipo, a Berlino si decide chi gli succederà; se lo domandano gli stessi componenti dell'orchestra che decideranno  il prossimo 11 maggio, quando il nome del successore di Rattle sarà reso noto.
 Chi sono i papabili? Si dice  Dudamel, la cui quotazione resta sempre molto alta - sebbene sia fondata ancora una volta più sulla fiducia nel suo futuro che sulle passate e presenti prestazioni - a Milano la sua presenza alla Scala, ad esempio, specie in buca, è stata assai criticata; e l'attuale direttore musicale, a partire dal 2017, Riccardo Chailly ci tiene a precisare che il Teatro  non sarà più una passerella per giovinotti, ma la vetrina per tutti gli artisti arrivati. Affermazione avventata da parte di un direttore dalla carriera oggi solida, ma che iniziò quando aveva ancora i calzoncini corti, proprio alla Scala, suo padre direttore artistico, e lui assistente di Claudio Abbado; senza dimenticare  che Dudamel e la sua orchestra venezuelana sono stati ospiti abituali anche a Salisburgo, negli anni di Pereira e saranno ospiti a Milano durante l'EXPO.
Si dice anche  Mariss Jansons, ritenuto oggi uno dei più grandi direttori (ed anche un altro lettone come Andris Nelsons meno noto) ma pure Thielemann; in sottordine di Barenboim, già altre volte candidato.
 Ad esempio non compare il nome di Pappano in quella ristretta rosa, nonostante che il suo contratto a Roma duri appunto fino al 2017, e  che lui non abbia ancora deciso che ne sarà del suo futuro a partire da quella data. Dall'Ongaro, appena insediato a santa Cecilia, sul trono che fui a lungo di Cagli, dice che la decisione spetta solo a Lui, a Pappano s'intende, non a Dall'Ongaro che, probabilmente, anche se non lo dice, sa già che dal 2017 Pappano vorrà cambiare aria, come desumiamo dallo scarso entusiasmo della sua dichiarazione, sua di Dall'Ongaro.
 Infine, ma non ultimo, il prestigioso incarico di Daneile Gatti ad Amsterdam, al Concertgebow.

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