mercoledì 25 febbraio 2015

Pappano non ce la racconta giusta sulla compagnia 'tutta straniera' dell'Aida

Il noto direttore d'orchestra, a capo dell'Orchestra nazionale di Santa Cecilia, alla vigilia della sua 'Aida' da concerto,  che arriverà  nella sala grande dell'Auditorium nei prossimi giorni ( ma l'ha già registrata per la Warner) ha rilasciato parecchie dichiarazioni, nelle quali si leggono, oltre l'omaggio alla memoria di suo padre, 'maestro di canto', anche giustificazioni poco condivisibili della compagnia dell'Aida, una compagnia di cantanti celebri, non c'è che dire, ma tutti stranieri, perché in Italia 'non ci sono voci drammatiche' - è questa la giustificazione, alla quale aggiunge la curiosità, sua e forse del pubblico, di ascoltare cantanti tedeschi in Verdi.
 Ora è chiaro a tutti ed anche a noi, che i cast non si fanno sulla base dei passaporti, sebbene anche i passaporti abbiano il loro peso in determinati repertori per i quali esistono, nei vari paesi, tradizioni consolidate e rispettabilissime.
 Ciò che ci impensierisce, e con l'arrivo di Michele dall' Ongaro alla sovrintendenza dell'Accademia, tale pensiero non riusciamo a fugare, è che sicuramente si proseguirà nel preferire cantanti e strumentisti e direttori stranieri agli italiani di egual livello e fama a Santa Cecilia, come già si faceva con Cagli-Pappano. Anche perchè nella conduzione dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai, da cui proviene e della quale Michele dall'Ongaro è stato sovrintendente negli ultimi anni - ma che ora dovrà abbandonare - dall'Ongaro sembra aver dichiarato guerra ai musicisti italiani. Lo abbiamo più volte segnalato per l'Orchestra Rai e per Santa Cecilia, perché troviamo scandalosa tale scelta, perché ai violinisti e pianisti tassativamente stranieri che Pappano, ad esempio, sceglie ogni volta, anche noi, nel nostro piccolo ed in base alle nostre modeste conoscenze, potremmo proporgliene altrettanti italiani. Allora perché Pappano ha orecchi solo per gli stranieri, ed ora anche dall'Ongaro avrà, in coppia con lui?
 Un tempo si diceva per ragioni tutt'altro che nobili, impronunciabili. Noi non ci siamo mai fatti prendere da quei cattivi pensieri; però una qualche ragione plausibile - ve ne sono ? - Pappano ed anche dall'Ongaro dovrebbero darla all'opinione pubblica.

Nessun commento:

Posta un commento