sabato 7 febbraio 2015

All'Opera di Roma Fuortes voleva licenziare in blocco orchestra e coro; alla Scala Pereira non vuole licenizare neanche una decina di operai. Adesso ci pensa Renzi

La storia  dello sciopero di una dozzina di operai scaligeri per il 1 maggio quando è prevista , in concomitanza con l'inaugurazione dell'EXPO, la prima di Turandot, è ormai nota. Come è altrettanto noto l'invito del sovrintendente della Scala a comunicare la volontà di sciopero per quel giorno, in seguito alla quale l'opera salterebbe, senza attendere l'ultimo minuto, come purtroppo il sindacalismo idiota ha imparato a fare negli ultimi anni.
 Il fatto nuovo delle ultime ore è che uno strumentista dell'orchestra ha scritto una lettera a Renzi, pregandolo forse di intervenire su quel 'manipolo' di  operai sciagurati - si può dire 'quattro gatti' senza offendere nessuno? - che imporrebbe la sua volontà a tutto il teatro. Quel giorno i lavoratori chiamati a sacrificare la festa del lavoro, a Milano, saranno a migliaia, e  nessuno di loro pare abbia avanzato la pregiudiziale delle manifestazioni dei lavoratori, salvo quei pochi della Scala.
 Ma se  a Roma Fuortes ha minacciato il licenziamento in blocco di orchestra e coro, avendo dalla sua perfino sindaco e ministero, perchè Pereira non può minacciare il licenziamento di quel manipolo di irriducibili che tengono in ostaggio un intero teatro?
 E i dirigenti sindacali nazionali nulla possono?
P.S. Gli irriducibili 'apostoli' e 'missionari' della festa dei lavoratori hanno fatto sapere che Renzi non gli mette paura e che se ci sarà un decreto ingiuntivo loro ricorreranno contro tale decreto in Tribunale.
 Ancora una volta la cecità del sindacato mette in pericolo il lavoro stesso dei propri iscritti che ovviamente non si ribellano a tale strumentalizzazione. Esattamente come è avvenuto a Roma, quando per colpa dei sindacati - beceri - tutti i lavoratori del settore 'artistico' del teatro ( orchestra e coro)  quando sono rientrati in pianta stabile, hanno dovuto pagare un prezzo (maggiore impegno lavorativo, minore retribuzione, scioperi vietati) del quale dovrebbero farsi  risarcire dai loro ottusi rappresentanti.  A quelli di Milano non è servita, lo ripetiamo, la lezione di Roma.

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