sabato 13 dicembre 2014

Salviamo la Verdi di Milano. Uniti ci riusciamo. Franceschini ed il suo scudiero Nastasi si sveglino, altrimenti li faremo svegliare noi.

La vergogna del 'Caso Verdi' va avanti dai tempi di Rutelli, ministro della cultura, che ora, a confronto dei protagonisti di 'Mafia capitale', si presenta come grande statista e padre della patria di questi ladroni e farabutti. In Italia accade anche questo. E del resto è ciò che sta accadendo anche a Marino, fino all'altro ieri schifato da tutti, anche dal suo partito, e che, nel timore che il PD si sfasci del tutto a Roma - dopo le denunce di brogli e voti comprati alle primarie - diventa il salvatore della patria. Il nostro, con tutta la voglia e volontà di Renzi di cambiarlo, resta il paese di ciechi, in cui chi ha solo un occhio viene considerato un genio.
E'  mai possibile che in oltre vent'anni non si sia potuto risolvere  il caso della Verdi milanese? All'inizio il problema aveva  un sapore kafkiano. La Verdi non poteva diventare una ICO, ed essere a tutti gli effetti considerata tale, perché non era in regola con il versamento dei contributi che altre orchestre fanno regolarmente, secondo legge, anche se poi fanno concerti/spedizioni punitive, e lavorano 30 giorni su 365. Agli irreprensibili  censori del Ministero non interessa quel che fanno o come lo fanno, loro badano solo al rispetto delle regole.
La Verdi ribatteva che loro i contributi li avrebbero pagati quando lo Stato avesse versato il suo finanziamento che la Verdi meritava. E in questo scambio di recriminazioni (che ad un certo punto sembrava superato, quando si era deciso di rateizzare tali versamenti, a seguito del finanziamento statale) il 'Caso Verdi' si è avvitato sempre più su se stesso, allontanando all'infinito la soluzione che già anni fa sembrava  portata di mano.
Per far toccare con mano a chi non è convinto che viviamo in un paese strano, al concerto di chiusura, anzitempo, del semestre di presidenza italiana della UE, l'Italia, la presidenza del Consiglio, ha mandato  a Bruxellles nientemeno che i 'Solisti veneti' guidati da Claudio Scimone, ripescati gli uni e l'altro  nel cimitero degli elefanti della musica barocca in Europa. Ma vi sembrano i 'Solisti veneti' ambasciatori adatti a rappresentare l' Italia di oggi? Non lo sarebbe stato con ben altre più valide credenziali, ad esempio, l'Orchestra Verdi? E similmente, non sarebbe stato più opportuno - come accusava ieri Paolo Isotta - offrire più spazio alla Verdi nelle manifestazioni della EXPO milanese, dove, invece, gli chicchissimi organizzatori scaligeri e comunali, le hanno preferito l'Orchestra venezuelana diretta da Dudamel?  Questa è l?Italia. L'Italia che non cambierà mai, anche sapesse  di essere un paese malato, ed anche a conoscenza di quello , di male, che tutto il mondo pensa di noi.
 In questo disastro generale, il ministro Franceschini ed il suo scudiero Nastasi si attaccano a tutto per non risolvere un c... di problema che andava risolto già anni fa.

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