sabato 6 dicembre 2014

De Rita &Sons: il Censis di padre in figlio. Ora è Roma un pericolo per Ignazio Marino e non viceversa. Augias ha fatto conoscere in Francia Rossini, Bellini, Donizetti

 Augias Corrado, Legionario (d'onore). Al giornalista italiano la Francia ha attribuito la Legion d'onore per i suoi altissimi meriti culturali. Senza il suo impegno di divulgatore anche musicale  - il riferimento è a quelle  videocassette pubblicate da Repubblica e dedicate ad alcuni notissimi musicisti - i Francesi non avrebbero conosciuto Rossini, Bellini, Donizetti. Se i Francesi, per conoscere musicisti della grande storia, hanno bisogno del dilettante Corrado Augias vuol dire che siamo davvero alla frutta. Augias  è un ottimo e conosciutissimo giornalista,  parla della Francia agli italiani e viceversa; ma, per carità, lasci stare i musicisti. Lui, senza il  bravo Modugno, in quelle sue lezioni mostra, senza vergogna, tutta la sua superficiale conoscenza della musica, al cui mondo egli è del tutto estraneo. Eppur si muove.
 Ma quali famiglie? Mio figlio è il candidato che ha titoli per assumere quell'incarico. Non ne avrei potuto trovare un altro più idoneo. Che sia poi mio figlio non conta. E' la giustificazione miserevole che Giuseppe De Rita porta per il passaggio della direzione del CENSIS dalle sue mani in quelle di suo figlio. Il quale, laureato in ingegneria aeronautica, pensò bene fin dall'inizio del suo lavoro, terminati gli studi, di atterrare su una pista, guidato dal pilota automatico che  aveva predisposto suo padre: quello della ricerca sociale prevalentemente. Poi passò a Nomisma  e da lì, prima segretario generale del CENSIS ed ora anche direttore, al posto che è stato di suo padre fino a ieri.
 In Italia, ha detto di recente il CENSIS nel suo annuale rapporto, tutti sono convinti che senza una protezione - unita nei casi migliori a meriti propri - non si va da nessuna parte. E il primo a dar prova dell'affermazione è stato proprio il direttore del CENSIS medesimo, Giuseppe De Rita, facendosi succedere da suo figlio. Perdonate l'uso improprio del verbo, ma la sostanza è ben più grave ed impossibile da perdonare.
 Da qualche giorno non è più Marino il vero pericolo di Roma, bensì la città da lui governata, come  si ritiene da più parti, ad essere un pericolo per lui. E perciò il pericolo dell'altro ieri è oggi sotto minaccia e diventa il bene più prezioso da difendere. Il prefetto è convinto che egli possa essere in pericolo e perciò gli assegna una scorta, vietandogli di usare la sua amatissima bici per gli spostamenti. Il presidente del PD, inviato da Renzi a far pulizia nel Comune  infangato dalla malavita, ha blindato lui ed il suo gabinetto, dicendo fin d'ora che se dovessero esserci nuove elezioni -richieste a gran voce da Movimento 5 Stelle e Forza Italia, più velatamente da Alfano - lui sarebbe il candidato del PD e nessun altro, perchè  forse uno dei pochissimi, addirittura l'unico a non essersi sporcato con la cupola del malaffare.  

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