mercoledì 22 ottobre 2014

Il Consiglio di amministrazione getta ora la croce sulle spalle dei musicisti?

"Nella riunione odierna, il Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma ha ampiamente discusso e valutato le decisioni assunte lo scorso 2 ottobre, quando ha deciso di avviare la procedura di esternalizzazione di coro e orchestra. Una scelta che si inserisce all’interno di una strategia aziendale complessiva che,  negli ultimi 11 mesi, si è concretizzata nel lavoro di risanamento e rilancio della produzione del Teatro dell’Opera di Roma. L’impegno profuso ha trovato un concreto riconoscimento da parte del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, che ha accolto la richiesta del Cda della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma di poter accedere alla cosiddetta Legge Bray, per le fondazioni liriche in difficoltà economiche con un finanziamento di 25 milioni di euro. Oggi però, a 15 giorni di distanza dall’inizio della procedura prevista dalla legge 223 del 1991, le rappresentanze sindacali non hanno presentato alcuna proposta, alternativa a quella assunta dal Cda della Fondazione, che punti a superare i problemi economici, organizzativi e di produttività, alla base della deliberazione. Il Consiglio di amministrazione conferma la sua disponibilità a valutare, con la massima apertura e interesse, eventuali proposte dei sindacati dei lavoratori prima dello scadere dei 75 giorni previsti dalla legge. Tutto ciò a fronte dell’impegno e dell’attenzione del Cda e dell’amministrazione capitolina nei confronti del Teatro dell’Opera di Roma e di tutti i lavoratori, confermati dal consistente investimento economico, pari a 45 milioni e 750 mila euro, contenuto nel Piano triennale di rientro dal debito di Roma Capitale (2014-2016), a cui si aggiungeranno per lo stesso periodo sia i finanziamenti statali che regionali.  Il prossimo Cda è fissato per il 24 novembre, al termine della fase sindacale di 45 giorni prevista dalla legge 223 del 1991".
Così l'agenzia parlamentare riferisce della riunione di oggi: I musicisti non hanno presentato nessuna proposta per superare i problemi economici, organizzativi e produttivi che hanno portato a quella sciagurata decisione del licenziamento. In pratica si dice, senza far fare a Fuortes la figuraccia che si merita ( e che si meritano anche Marino e Franceschini) che se ci fate proposte capaci di risolvere tutti i problemi sul tappeto, entro  i prossimi 45 giorni, siamo pronti ad ascoltarle e a prenderle in  considerazione, per arrivare ad una soluzione non traumatica. Insomma alla ricomposizione della frattura. E' chiaro che a quel punto comunque Fuortes deve andarsene.

Nessun commento:

Posta un commento