lunedì 26 maggio 2014

RINFRESCARE LA MEMORIA CORTA

Ci giunge notizia del Premio 'Valentino Bucchi', sezione composizione, entrato nell'orbita accalappiatrice di 'Musica per Roma', le cui partiture vincitrici le assume la Universal per la pubblicazione. 
Giuria di tutto rispetto, nulla da dire, senonché vediamo scomparso dall'orizzonte il nome di chi fondò l'Associazione 'Valentino Bucchi' e si rese protagonista oltre che di numerose edizioni del concorso - esecuzione e composizione - di tantissime altre battaglie in difesa della musica, della sua diffusione,  e contro l'eccessivo peso degli editori (le nuove partiture, tantissime, vendute al prezzo di 1 lira),  e il ruolo controproducente della 'protezione' da parte del diritto d'autore ecc..
 L'Associazione 'Valentino Bucchi' non esiste più, ora esiste la 'Fondazione' Valentino Bucchi, di cui è presidente un compositore, Francesco Tella, che evidentemente vuole cambiargli i connotati più specifici. Fa bene se lo ritiene necessario, è un suo diritto.
 Chiediamo qualche informazione all'Ufficio stampa di 'Musica per Roma', detta benevolmente la 'piovra', sulla cancellazione  da ogni documento della Fondazione di un  nome senza il quale tutta quella importantissima attività non si sarebbe mai svolta, il  nome di Liliana Pannella, ma non ci sanno dare una risposta.
Ora nessuno pensa che le persone, anche se benemerite, siano eterne ( dovrebbero spiegarci perché alcuni potenti resistano contro il tempo) ma che si abbia paura anche semplicemente di citare un nome che per la storia di una istituzione è stato fondamentale, questo è troppo.
 Non conosciamo bene la storia professionale di Francesco Tella, mentre consociamo bene quella di Liliana Pannella in relazione al Bucchi, perciò l'attuale presidente - di cui non sappiamo ancora che cosa farà per il Bucchi di lontanamente paragonabile a ciò che fece Liliana - rimetta il suo nome in cima alla storia della Fondazione 
Bucchi, nata dalla costola dell'omonima associazione.
 In Italia, ovviamente, non si tratta del primo caso di memoria corta o di 'damnatio memoriae'; noi stessi ne siamo stati vittima anni fa. Brevemente. Nel 1983 fondammo 'Piano Time' - la più importante rivista di musica degli anni Ottanta - che dirigemmo fino ai primi mesi del 1990, quando ne uscimmo per  dissidi con l'editore. La fine che questi ha fatto fare a quella bella rivista  è a tutti nota per parlarne ancora. Quando un paio di anni dopo la nostra uscita, si arrivò al n.100 della rivista, venne pubblicato un  numero speciale celebrativo, benchè il suo declino fosse già cominciato. Bene, in quel numero, dove si tracciava brevemente anche la storia delle rivista, il nostro nome che quella rivista avevamo fondato e diretto per il settennato più glorioso, era del tutto assente. Il direttore dell'epoca, forse Rattalino,  se ne era dimenticato. Non colpevolmente; per semplice svista. 

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