mercoledì 9 aprile 2014

Giornali,dischi,foto in mostra per Arturo Benedetti Michalengeli.Alla Nazionale di Roma

Premettiamo per dovere di cronaca che la mostra non l’abbiamo vista. Abbiamo invece letto e riletto il catalogo della mostra ospitata  nella Biblioteca Nazionale di Roma, ed aperta fino a tutto maggio, nel quale i materiali esposti – poveri! – sono illustrati uno per uno.
 Si tratta di articoli di giornali, quasi tutti provinciali ( ‘Il popolo di Brescia’ ‘Il Giornale di Brescia’, ‘Brescia Oggi’ più di tutti), reperiti a seguito di lunga (?) ricerca nei giacimenti della Nazionale romana. Ne valeva la pena?  I curatori sanno che esistono anche riviste di musica, le cui collezioni sicuramente sono anche alla Nazionale? Oltre questi giornali,  c’è qualche libro per il quale è stato richiesto il prestito a collezioni private, il che dovrebbe deporre della difficile reperibilità degli stessi volumi. E, invece , non è così. ‘Il pianoforte’ di Alfredo Casella, volume più volte ripubblicato,  vi è esposto solo perché  vi si legge – ed è l’unica citazione - che in Italia ci sono pianisti  molto bravi…fra i quali Michelangeli. Mentre invece non viene citato né mostrato ‘Crepuscolo del pianoforte’, un famoso libro di Beniamino Dal Fabbro, dove si legge una stroncatura di Benedetti Michelangeli. Poi vi sono copertine di dischi, per le quali si è andati a scomodare  il ’Fondo Siciliani’ della Biblioteca, quando sarebbe stato sufficiente rivolgersi alla casa discografica  del pianista oppure anche alla Fondazione intitolata al maestro, della cui esistenza i curatori  forse non sono a conoscenza.
 Il catalogo, graficamente fra i più brutti e lugubri degli ultimi tempi, contiene anche qualche articolo che esula dall’argomento della mostra, come quello sulla storia del pianoforte, dove, quanto a date e circostanze, vi sono alcune inesattezze. 
 Alla mostra e al catalogo hanno lavorato  ricercatori con nessuna esperienza e conoscenza in fatto di musica, come anche giovani storiche dell’arte.

 La mostra è stata curata da Adriana Ghislanzoni; alla sua realizzazione ha contribuito Il Centro Studi Atesini.

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