martedì 1 aprile 2014

Carissima viola; applicazione e talento; servizi più redditizi della stessa proprietà

Sta per andare all'asta lo strumento musicale più caro della storia. Una viola, l'unica rimastaci di Antonio Stradivari, datata 1719, appartenuta, per ultimo, al violista del Quartetto Amadeus, che  dalla storia ha ricevuto il nome di una famosa casa di panini  fast food.  Il suo valore si aggira intorno a 15 milioni di dollari (o Euro, non fa differenza, per l'astronomicità della cifra). Fortunato chi se la compra.
Una nostra amica, molti anni fa, sorda alla musica come una campana, sposata ad un giornalista che strimpellava  su una tastiera, sosteneva che se avesse voluto sarebbe potuta diventare come Palestrina-  a suo onore il fatto di conoscere almeno il nome del grande musicista rinascimentale. Noi, ma non eravamo i soli, accoglievamo quella sua dichiarazioni con mezzi sorrisi di 'compassione'. la poverina, pensavamo, come può illudersi di poter diventare come Palestrina, applicandosi semplicemente? Naturalmente Lei metteva in secondo piano il valore  del talento, ma diceva qualcosa che  recenti studi hanno affermato, e cioè che i grandi uomini in ogni campo, devono oltre che al talento, all'applicazione costante e lunga se hanno raggiunto risultati straordinari, a cominciare da Mozart del quale molti pensano che fosse invaso dal demone della musica appena prendeva penna e cominciava a segnare un foglio di musica, dimenticando che Mozart studiava per ore ed ore e lo faceva ogni giorno,  e per anni. Talento ed applicazione dunque per la nascita del genio.  Il solo talento è sprecato non produce risultati considerevoli.
 Abbiamo perso di vista quell' amica, di lei non sappiamo se poi s'è messa in testa di diventare come Palestrina e se lo è effettivamente divenuta. In ogni caso, dovremmo scusarmi con lei.
 La difesa della proprietà dell'opera dell'ingegno è stata per anni, forse anche per qualche secolo, oggetto della battaglia di tanti singoli e delle società che al rispetto e riconoscimento pratico, attraverso pagamento di diritti di sfruttamento, di tale proprietà erano preposte, come la nostra SIAE.
 Il progresso tecnologico viene a dirci che oggi più che la proprietà di tale opera dell'ingegno, rende l'offerta di servizi in rete per il suo sfruttamento da parte di chiunque lo desideri, previo pagamento.  I vari servizi che oggi la rete offre ad una platea praticamente infinita, rende agli autori molto di più di quanto non faccia la protezione di tale proprietà.

Nessun commento:

Posta un commento