venerdì 21 marzo 2014

Amministrazione trasparente velata. Tagliate all'Opera di Roma le consulenze passate, eccetto una.

Superati i mille ostacoli escogitati per rendere l’amministrazione il meno trasparente possibile, in barba alla legge che la prescrive tassativamente, e in spregio delle sanzioni anche pesanti che evidentemente ad alcune istituzioni non fanno paura, finalmente si arriva all’agognato traguardo. Cliccando su ‘Amministrazione trasparente’ si materializza l’elenco dei vertici delle istituzioni musicali, con nome, cognome, incarico e curriculum. I dati di cui si è soprattutto in cerca, quelli economici, non sono immediatamente visibili. Immediatamente lo sono sempre nei casi in cui tali vertici svolgono la loro opera gratuitamente o al costo di quattro soldi, semplicemente perché questo fa onore all’istituzione che ha tanti devoti servitori, ed agli stakanovisti della musica, la dea amata e venerata da lorsignori senza alcun interesse diretto o secondi fini. Ed è la ragione per cui vengono sbattuti in faccia al giornalista ficcanaso. Sembra un miracolo in una Italia di profittatori, ladri, farabutti sempre alla ricerca di un osso da spolpare.
Poi vengono i collaboratori ai quali, ad esempio, all’Opera di Roma, hanno imputato  parte del forte deficit dello scorso anno.  Bene, ad una lettura attenta del loro elenco per il 2014, qualche sorpresa scappa fuori.  Saranno una ventina scarsi, e i loro compensi per un anno o frazione di anno sono davvero ragionevoli, in taluni casi anche modesti, con una sola eccezione, che Fuortes non ha ‘potuto’ azzerare, nonostante che vada avanti da un triennio. E’ quella di una collaboratrice che risulta la più pagata ed il cui contratto è triennale, con scadenza alla fine del 2014, ma partito nel 2011. Il nuovo sovrintendente, a differenza di quanto ha fatto  perfino con il suo predecessore e con le altre consulenze che, a suo dire, hanno contribuito a far sprofondare  il teatro nel baratro del deficit, non l’ha toccata, mandandola alla sua naturale scadenza. Il settore nel quale la collaboratrice lavora da tre anni è così specificato: ‘Collaboratore per attività artistiche della didattica’. Compenso Euro 32.000,00 per anno. Una bella cifra per un incarico non tanto chiaro, e comunque di gran lunga il più alto compenso fra tutti i collaboratori, attribuitole da De Martino, in obbedienza ad un suggeritore eccellente; come altrimenti?
Perché sulla collaboratrice non s’è abbattuta la mannaia del Fuortes tagliatutto. Troppo preziosa per poterne fare a meno? Sostenuta da protettore eccellentissimo?  La seconda. Se  Fuortes prova a chiederlo a qualcuno del consiglio di amministrazione di ‘Musica per Roma', forse otterrà la spiegazione, se già non l’ha fatto, sua sponte. Quell’attività artistica si materializza nella trasferta dell’Orchestra giovanile e Coro di voci bianche dell’Opera in un paio di festivalini estivi, uno dei quali ha al suo vertice un mammasantissima  -  e dove la collaboratrice ha mansioni dirigenziali di un certo peso:  sovrintendente? Due più due fa quattro.
Il festival in oggetto, due anni fa, fu presentato addirittura  in parlamento, con Ornaghi e Nastasi a far da contorno, come si trattasse di Salisburgo ed invece era solo il Festival di Rieti – meglio: ‘Reate Festival’, nella lingua internazionale - dove il direttore artistico uscente, Cagli - si lesse in un comunicato ufficiale - ha ceduto lo scettro ai suoi più stretti collaboratori: Lucia Bonifaci, sovrintendente, e Cesare Scarton direttore artistico; mentre alla presidenza della fondazione svetta, dall’inizio, Gianni Letta che, citando in pubblico la sua sovrintendente, l'accredita come una delle 'più note musicologhe' (e noi non abbiamo ragione per dubitarne; altrimenti perchè appoggiarla,  nel caso in cui l'abbia fatto?). Mistero svelato, Fuortes  avvisato. 

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