mercoledì 25 dicembre 2013

Madia e Verini graziati da Wuolter. Renzi e Burri i loro più recenti benefattori

Contro la povera Madia, giovanissima deputata PD( non chiedeteci a quale corrente appartenga, non sapremmo rispondere, perchè se le è passate tutte!), si sono scagliati tutti, compresi quelli del suo stesso partito,  e pure le  stesse donne. Perchè? Semplicemente perchè lei non s'intende veramente di nulla e  in un caso come nell'altro vuoi la sua incompetenza, vuoi la sua giovinezza o la faccia d'angelo- ora anche di mamma - hanno giocato sempre a suo favore, in un paese meritocratico come  lo vorrebbe la sinistra
Wolter la candidò per primo, perchè? Perchè  alla morte di suo padre giornalista,  figura influente del suo staff di segretario, ministro sindaco, morto govane, pensò che che sua figlia meritasse un bell'aiuto. Ora la giovane Madia s'è sistemata quasi per tutta la vita; e Renzi che, per quanto faccia il gallo nel pollaio, sa che a tutte le galline bisogna dare una qualche attenzione ( qui la gallina non è certo Madia, forse Wolter) l'ha voluta nel suo staff per il settore 'lavoro' nel quale, dati i trascorsi, la Madia mamma è a suo agio. Renzi, ma quante ragazze ci sono in Italia con la stessa faccia d'angelo, mamme anche, che  sanno il fatto loro e quindi ben più meritevoli della Madia? Perchè proprio Lei? Mi dirà per le quote rosa? ma se devono esser rosa, devono necessariamente essere incompetenti quanto la Madia che, qualche giorno fa, ha scambiato un ministero con relativo ministro con un altro, nel suo settore?
 Verini è un altro dei graziati di Wolter; anzi lui, Wolter come il Wolter nazionale, è uno dei premiati a fine carriera. Dopo aver fatto parte del suo staff per molti anni, il Wolter di Città di Castello viene premiato con la candidatura a parlamentare, naturalmente in  circoscrizioni dove l'elezione non è che certissima.
Verini, a differenza della Madia, guidava lo staff del Wolter, dunque un lavoro per il suo capo sapeva farlo, anche perchè per mantenersi a galla con le sole parole occorre avere gente in gamba che lavora per te.
 Di Verini deputato s'erano perse le tracce, senonchè lui che è di Città di Castello, in previsione dell'anniversario di  Alberto Burri, il grande pittore castellano, s'è fatto promotore di un disegno di legge per onorare il grande artista. E, in questo modo, a buona parte degli italiani è giunta notizia che Verini c'è, tranne che a noi, che Verini lo conosciamo da tempo, da una decina d'anni, come persona affidabile ed amante dell'arte, e non lo abbiamo mai più perso di vista.
 Dieci anni fa  avemmo l'incarico di direttore artistico del Festival delle Nazioni che si svolge a Città di Castello. Fu in quell'occasione che  lo conoscemmo. Non sapevamo di lui - perchè avremmo dovuto sapere?- ma qualcuno ci disse  del suo ruolo politico nazionale e ci consigliò di incontrarlo. Lo incontrammo; dopo i saluti ci mise in guardia contro un ex senatore del suo stesso partito che a Castello spadroneggiava, come anche nel festival, e ci consigliò: per qualunque cosa non si preoccupi, venga da me. Naturalmente  conducemmo in porto il festival, con un certo successo. Ma... l'ex senatore ed un altro castellano, il farmacista, tentarono di riprendersi il festival perchè non gradivano la nostra autonomia di gestione. A loro  non importava il successo del festival, ma solo la possibilità di esercitare lo squallido potere di piccoli notabili  cittadini. Naturalmente l'ebbero vinta loro, perchè anche gli altri  amministratori castellani, dall'assessore alla cultura allo stesso sindaco, come del resto a Verini, premeva maggiormente favorire chi alle elezioni portava loro voti. Da allora, e dopo di noi, il festival ha un direttore artistico da dieci anni, che fa un festivalino di routine ed accontenta le mire dei due.
E Verini, al di là della sua scomparsa di un tempo, che c'entra? Due anni fa ci fu chiesto di pensare ad una celebrazione per i mille anni di Sansepolcro. Presentammo un progetto al sindaco che l'accettò e lo realizzammo. Nella serata di celebrazione, all'ombra della Resurrezione di Piero della Francesca, eccoti il Verini in compagnia del sottosegretario ai beni culturali.  Sembrò assai contento di come si svolse la celebrazione, durante la quale venne eseguito un quartetto per archi commissionato per l'occasione ad uno dei più grandi compositori  italiani e tutto finì lì. Qualche tempo dopo sempre il Verini scomparso, ebbe a dire in un salotto attraversato da spifferi che hanno portato fino a noi  i suoi profondi pensieri, che si era pagato troppo quel compositore. Quel compositore era stato pagato il giusto, anzi al di sotto del suo 'valore di mercato'.
 Piuttosto, redivivo Verini, perchè non hanno chiesto a noi se il suo stipendio di parlamentare sia giusto o no? Risponderemmo , che quel suo stipendio è esorbitante, e sproporzionato rispetto a ciò che fa. Lo scomparso.

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