mercoledì 30 ottobre 2013

L'invidia è un terribile peccato: Luisi preferito a Chailly dagli orchestrali della Scala? alla fine ha trionfato Chailly

Quando si diffonde la notizia che dal Consiglio di amministrazione della Scala, e di Alexander Pereira, prossimo sovrintendente, sarebbe venuta l’indicazione del nome di  Riccardo Chailly come successore di Barenboim,  l’Orchestra scaligera, che comunque dovrà esprimere un parere- non vincolante - su tale nomina eventuale, fa sapere che preferirebbe Fabio Luisi, che negli stessi giorni dirigeva alla Scala il ‘Don Carlo’ di Verdi. Che Chailly, che ha alle spalle un curriculum professionale prestigioso al quale  va unito quello anagrafico saldamente ancorato alla città di Milano, sia il partito migliore è abbastanza evidente. E nonostante ciò,perchè l'Orchestra scaligera che con la lettera del 30 settembre aveva  voluto far capire ai dirigenti che voleva contare di più nelle nomine importanti di questi mesi,  fa il nome di Luisi? Senza fare  psicologia  spicciola, una ragione c’è.  
Dappertutto gli stranieri-  e tali vanno considerati anche quelli che vengono da regioni vicine – sono guardati con sospetto, tranne che quando questi stranieri hanno raggiunto vertici professionali invidiabili; allora vengono sempre accolti fra due ali di folla plaudente. 
L’indicazione di Luisi,  verrebbe da coloro i quali non riescono a farsene una ragione del fatto che un loro compagno di studi - come può essere Chailly nella sua Milano per tanti orchestrali scaligeri - non possa aver fatto tanta carriera.  Fra i leggii  scaligeri vi sarà sempre qualcuno che  dica: quello studiava nella mia stessa classe... quante volte gli ho corretto i compiti di armonia o qualcosa di simile. 
Dunque a  far uscire il nome di Luisi,  è sicuramente l’invidia per il successo di Chailly che ora, qualche compagno di studi non vorrebbe ritrovarselo a impartirgli ordini dal podio..  Si troverà sempre qualcuno di sposto a giurare che Chailly è arrivato dove è arrivato perché suo padre , compositore, è stato sovrintendente della Scala, begli anni in cui il figlio muoveva i primi passi, affiancando anche Abbado, allora  direttore alla Scala ecc…  
 Un pò di fango si gettò sul giovane Chailly, allorchè Karajan lo chiamò, nel 1986, ad inaugurare a posto suo il festival di Salisburgo. Perché Chailly e non un altro direttore del suo peso? Perché chiamando un altro direttore del suo stesso ‘peso’  avrebbe potuto avere  in casa un concorrente, mentre con Chailly  non ci poteva essere concorrenza alcuna, poteva dormire sonni tranquilli.
 Sarà stato anche vero, nel pensiero di karajan, all'epoca - oltre 30  anni fa! - ma poi Chailly ha fatto una carriera prestigiosissima, ai massimi livelli, ed oggi non si può continuare a pensare malignamente ma anche stupidamente che quella carriera sia frutto di  privilegi ereditari e comunque immeritata. Solo degli invidiosi- come appaiono oggi gli orchestrali milanesi - possono pensarla così.
E poi, non bisogna dimenticare, a proposito delle 'solide' convinzioni dei componenti l'Orchestra della Scala, che alla fine della recente tournée in Giappone - con un orchestra di sostituti, perché molti titolari s'erano dichiarati indisponibili o indisposti - avevano neppure tanto velatamente criticato Dudamel, lo stesso direttore che due anni fa avrebbero voluto come direttore musicale.
P.S. Pereira ha illustrato all'orchestra il suo piano artistico e fatto il nome di Chailly come prossimo direttore musicale della Scala, e l'orchestra  ha acconsentìto

Nessun commento:

Posta un commento